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Vi spiego la vera sfida del sinodo sull’Amazzonia

Il sinodo sull’Amazzonia procede lontano dai riflettori, per costruire quel cammino comune a tutti i padri sinodali essenziale a giungere al vero obiettivo.

Per capirlo occorre partire dal tema affrontato. Un sinodo sui giovani, ad esempio, cercherà chiavi di lettura diverse per una tematica universale, quella giovanile. I vescovi di tutto il mondo porteranno i loro contributi sui temi di maggiore rilevanza riguardo ai giovani della loro realtà, che hanno i loro problemi, le loro emergenze, le loro priorità. Di lì starà al documento finale recepire, raccogliere, integrare e offrire al papa gli elementi per riassumere.

Un sinodo sull’Amazzonia, sinodo dunque speciale, porta invece i vescovi di tutto il mondo a confrontarsi con un tema specifico, speciale, a doverci entrare, a doverlo capire. Qui l’esperienza dei popoli amazzonici diviene prioritaria. Sono loro, le loro priorità, le loro urgenze, le loro prospettive, al centro dell’attenzione del mondo. Non basterà la sensibilità ecologica a coglierne lo specifico e l’universale, servirà anche altro per capire; immaginare la quotidianità, capirne le sfide. Come fare altrimenti ad entrare in sintonia?

Il sinodo sull’Amazzonia sta riuscendo a far camminare il mondo cattolico insieme ai popoli amazzonici? Solo i padri sinodali sanno la risposta, ma questa è la domanda. Improbabile pensare che non stiano facendo i conti con gli strumenti. Non esiste una conferenza episcopale Amazzonica, ma esiste l’Amazzonia. La Rete Amazzonica deve diventarlo? Non si tratta ovviamente di prefigurare una stato amazzonico, ma una Chiesa che si prenda cura di un territorio, come accade con tutte le Chiese particolari.

Il territorio amazzonico esiste, come le sue genti, e come territorio ha esigenza di vita e di rappresentazione. I problemi locali richiedono strumenti idonei, e la rappresentazione di essi va delegata a chi lo conosce e li affronta quotidianamente.

Così la questione dei viri provati, cioè della possibilità di ordinare degli anziani coniugati per la somministrazione dei sacramenti negli infiniti villaggi disseminati nell’infinito amazzonico, perde un sapore ideologico e disvela tutto il suo significato locale: hanno diritto ai sacramenti i fedeli dispersi nell’immenso mondo amazzonico? Le voci dei fedeli che vivono in questo mondo e dei loro bisogni spirituali conteranno per tutti, più dei loro approcci ideologici, o no?

I temi al centro del sinodo sono certamente tantissimi, le testimonianze di chi lì vive l’aspetto cruciale. Creare l’ecologia integrale passa però per la capacità del resto della cattolicità di entrare in relazione con loro, di immedesimarsi. È o sarebbe questo il vero successo del sinodo speciale sull’Amazzonia.

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