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Forbes incorona Snam tra le migliori aziende al mondo dove lavorare

Una è l’auto sportiva per eccellenza. L’altra è l’azienda che si prepara a traghettare l’Italia nell’era dell’idrogeno, una volta concluso il processo di decarbonizzazione. Ferrari e Snam sono le uniche due aziende italiane tra le migliori 150 al mondo nelle quali lavorare. Un dato emerso dallo studio Top Employers realizzato da Statista in collaborazione con la rivista Forbes.

La classifica in questione è dominata dalle grandi multinazionali hi-tech, quali Alphabet, Microsoft, Red Hat ed Apple nelle prime quattro posizioni. Per quanto riguarda le aziende italiane, Ferrari è la prima italiana al 59 simo posto, mentre la società guidata da Marco Alverà è seconda in 110 esima posizione. La graduatoria è stata stilata partendo dalle 2.000 aziende mondiali con la migliore reputazione, sulla base di 1,4 milioni di interviste condotte su scala globale e a livello regionale. Agli interpellati è stato chiesto di dare una valutazione della propria azienda, di indicare se la consiglierebbero ad amici e parenti e di nominare altre imprese che apprezzano.

La soddisfazione per questo risultato è arrivata dallo stesso ceo Alverà, che su Linkedin ha scritto un messaggio. “È molto importante essere orgogliosi dell’azienda per la quale si lavora e felici di lavorarci. E per un’azienda la più grande aspirazione è essere attrattiva perché le sue persone sono felici e la consigliano ad altri. Siamo molto onorati di questo riconoscimento e grati a tutti i colleghi per ciò che fanno ogni giorno”.

Ma c’è un’altra novità in casa Snam, che tira in ballo direttamente le donne. Pochi giorni fa, l’assemblea degli azionisti presieduta da Luca Dal Fabbro, ha approvato pressoché all’unanimità una modifica dello statuto che rende permanente l’equilibrio di genere nel board e nel collegio sindacale, anche dopo la scadenza della legge Golfo-Mosca. In particolare, sono stati modificati gli articoli 13 e 20 dello statuto recependo in via volontaria il criterio di riparto tra generi di almeno un terzo del totale dei componenti del cda e del collegio (inclusi sia i sindaci effettivi sia i supplenti), in linea con le più recenti raccomandazioni del codice di autodisciplina delle quotate sull’equilibrio tra generi, approvate nel luglio 2018, e con le best practice nazionali e internazionali.

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