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Crisi siriana, ecco le stilettate tra Italia e Turchia

Ankara reagisce alla convocazione dell’ambasciatore in Italia da parte della Farnesina collegata alle vicende in Siria. “Abbiamo spiegato le ragioni dell’operazione, le abbiamo comunicate alle Nazioni Unite formalmente, se dopo queste spiegazioni” ci sono “critiche e commenti” sulle azioni della Turchia, “le consideriamo un supporto alle organizzazioni terroristiche”.

È una dichiarazione pesante quella della feluca turca in Italia, Murat Salim Esenli, fatta durante una conferenza stampa convocata proprio per fare la voce grossa contro il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, che dalle dichiarazioni di contrarietà e condanna per l’avvio di una nuova a campagna militare su suolo siriano, ieri era passato agli atti chiedendo spiegazioni formali al capo della diplomazia turca a Roma. “Da 8 anni spieghiamo cosa succede ai nostri confini, se vediamo una persistenza” del sostegno alle milizie curde Ypg-Pyd, “lo consideriamo un supporto a un’organizzazione terroristica”, aggiunge Enseli.

Ankara detesta l’appoggio occidentale ai guerriglieri curdi, cui va il merito di aver sconfitto — con l’aiuto americano ed europeo — la dimensione statuale del Califfato liberando dall’occupazione nazista degli uomini di Abu Bakr al Baghdadi quella stessa striscia di terra siriana su cui la Mezzaluna ha mire strategiche.

Per la Turchia l’operazione sul confine con la Siria è una necessità estrema. Serve a distanziarsi dai curdi, che Ankara considera terroristi nemici, alleati del Pkk e portatori della pericolosa istanza di un Kurdistan statuale; ma serve anche a creare il presupposto territoriale per il grande piano di dislocamento di migliaia di profughi Siria finora ospitati sul suolo turco, pallino erdoganiano da anni.

E proprio i profughi sono l’argomento principale tra Ue e Turchia. Oggetto di un accordo per il contenimento dei flussi migratori che dalla guerra civile siriana imboccavano la rotta balcanica fino a qualche anno fa, è diventato oggi l’elemento di ricatto con cui il governo turco chiede il silenzio europeo sulla campagna a siriana — detto con l’accetta, la linea turca è: ce li avete lasciati, ora non discutete su come vogliamo gestirli, altrimenti ve li spediamo da voi. Difendiamo i nostri confini, dice l’ambasciatore Esenli, e “indirettamente stiamo difendendo i confini dell’Unione Europea e vogliamo ricordarlo ai nostri alleati Nato”.

La minaccia del presidente turco sul riaprire i rubinetti migratori è “totalmente inaccettabile”, e “reagiremo con forza”, è una delle risposte che arriva dall’Europa tramite una fonte Ue che l’Ansa definisce “altamente qualificata”. La stessa ricorda come l’Unione abbia “apprezzato la gestione responsabile dei migranti” da parte di Ankara e di aver versato il 97 percento dei 6 miliardi dell’accordo Ue-Turchia. Ma — continua — la Turchia non può usare i migranti “per condizionare l’Unione”.

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