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“Galassia islamica” per combattere pregiudizi e terrorismo. Parla Menichelli

Una bussola per orientarsi nella galassia islamica e per andare incontro con più consapevolezza, ma anche serenità al futuro. Un libro che per la sua chiarezza, la sua esaustività e il suo tono pacato, ma fermo, rappresenta una lettura obbligata per chi vuole decifrare in modo corretto il mondo in cui viviamo. Non potrebbe essere definito altrimenti Galassia Islamica. Le ragioni del terrore, Intermedia Edizioni, e che la settimana prossima verrà presentato alla Camera dei Deputati.

Il suo autore, Sandro Menichelli, direttore dell’Ispettorato alla sicurezza della Camera, ha un passato in missioni nazionali e internazionali di prevenzione della criminalità organizzata che lo hanno portato ad acquisire competenze specifiche nell’ambito del terrorismo di matrice religiosa. Il libro si compone di quattro capitoli. Il primo spiega quali siano le differenze fra musulmani e islamisti e come l’Islam sia caratterizzato dalla presenza di numerose scuole di pensiero, più o meno conservatrici. La seconda parte si occupa dell’Islam politico e dei gruppi terroristici più eversivi. La terza parte tratta della minaccia a cui siamo esposti ormai da anni e infine la quarta di quale sia la risposta più corretta da parte di tutti a questo pericolo.

A Formiche.net ha spiegato quali siano le motivazioni che lo hanno portato a scrivere questo libro e come la risposta al terrorismo debba partire dalle forze di sicurezza, ma coinvolgere anche tutta la società.

Dott. Menichelli, lei ha scritto un libro molto analitico, ma anche molto agevole, per spiegare le istanze teologiche da cui parte l’Islam e sottolineare che la sua componente più eversiva e terroristica è solo una minoranza. Può spiegare quali sono le motivazioni che l’hanno portata a scrivere questo libro?

Direi che le motivazioni sono due. La prima è quella rappresentata dall’esigenza di fare chiarezza su un tema importante, che molto spesso viene trattato in modo troppo semplificato. Questo non fa capire alle persone che mondo abbiamo di fronte. La seconda è cercare di rappresentare una religione complessa come l’Islam in tutte le sue dimensioni, che non sono quelle fatte di terrore e minaccia che sentiamo tutti i giorni troppo superficialmente.

Quali difficoltà ha trovato nello scrivere questo libro?

Sicuramente quello di rendere una materia complessa comprensibile, utilizzando un linguaggio fluido.

Il suo libro è uscito da meno di un mese, ma lei viene spesso chiamato nelle scuole a parlare di questo suo lavoro. Che reazioni suscita?

Personalmente ho riscontrato da una parte un interesse superiore alle aspettative, dall’altra la necessità e la volontà di superare i luoghi comuni e non limitare la comprensione di determinati fenomeni a quello che si trova sui media. Personalmente lo trovo un elemento di speranza.

Come è stato accolto il suo libro dalle persone musulmane che lo hanno letto?

In genere hanno apprezzato molto la correttezza dei contenuti del libro e il fatto che abbia spiegato come coloro che vogliono islamizzare il mondo intero sono una minoranza.

Nel suo libro lei dedica grande spazio alla minaccia terroristica a cui ci troviamo di fronte. Può riassumere come sia cambiato il terrorismo jihadista?

Sicuramente da dopo l’attentato alle Torri Gemelle la minaccia si è evoluta. Non è più quella simmetrica predisposta da Al-Qaida. La nuova militanza jihadista ha modi di reclutamento completamente diversi. Piccole cellule di lupi solitari che si radicalizzano attraverso il web o nelle carceri per poi morire sul campo.

Quale deve essere la nostra risposta a tutto questo?

La risposta viaggia su tre direttrici. La prima è quella normativa e operativa che si traduce nelle numerose operazioni volte a prevenire questi attacchi. La seconda è la sinergia a livello internazionale, dove l’Unione Europea ha fatto grandi passi avanti, dotandosi di strumenti come l’Internet Referral Unit e lo Eu internet forum, fra loro complementari e che limitano l’accessibilità a materiali che possono favorire il reclutamento dei gruppi jihadisti. La terza è una risposta, fondamentale, che deve essere di tipo culturale. Se noi non comprendiamo che non abbiamo di fronte un Islam unico, ma tanti Islam quante sono le comunità presenti nel nostro Paese siamo destinati a non comprendere una realtà che invece è necessario conoscere per il nostro futuro. Il terrorismo ha bisogno di una risposta che parta da ogni settore della società.

 

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