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Perché la Ue fa benissimo a sanzionare Erdogan per le trivellazioni a Cipro

La clava delle sanzioni Ue contro Ankara. Lo hanno deciso oggi i 28 ministri degli affari esteri dell’Ue a Lussemburgo, concordando “l’istituzione di un regime quadro per misure restrittive nei confronti delle persone fisiche e giuridiche responsabili o coinvolte in attività di perforazione illegali” nel Mediterraneo. Spetterà ora a Lady Pesc Federica Mogherini quantificare le misure.

QUI BRUXELLES

Nel dettaglio e alla luce delle attività illegali in corso nel Mediterraneo orientale, il Consiglio ribadisce la piena solidarietà a Cipro nel rispetto della sua sovranità e del diritto internazionale. Il Consiglio in pratica conferma le decisioni adottate lo scorso 15 luglio e in particolare che la delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale devono essere trattate “in buona fede attraverso il dialogo e i negoziati, nel pieno rispetto del diritto internazionale e conformemente al principio di buone relazioni di vicinato”.

Pollice in su dal ministero degli Esteri di Nicosia, Nicos Christodoulides, secondo cui “in questo modo l’Ue invia un chiaro messaggio sia alla Turchia, che a tutti i soggetti coinvolti in queste azioni illegali”. La questione sarà ulteriormente discussa ai massimi livelli in occasione del prossimo Consiglio europeo del 17-18 ottobre, che ratificherà le conclusioni nell’ambito della consultazione del presidente con il presidente del Consiglio europeo.

Secondo Mogherini i dettagli tecnici annunciati oggi seguono di fatto la decisione politica assunta in seno all’Ue dopo le reiterate azioni turche contro Cipro. L’alto rappresentante ha inoltre difeso i risultati ottenuti, affermando che l’azione di Bruxelles è stata da subito chiara e caratterizzata da un percorso giuridico utile ed efficace.

INVASIONE?

Erdogan non muta di un centimetro la sua strategia e punta a perforare nel blocco 7 dove operano Eni e Total. Azioni che hanno prodotto la reazione sdegnata del presidente cipriota, Nikos Anastasiades: “La posizione della Turchia è, in sostanza, una seconda invasione, questa volta della Zee della Repubblica di Cipro. Ciò che è necessario oggi è l’unità perché ci sono pericoli visibili”. Aggiungendo al contempo di essere pronto a partecipare ai colloqui con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e con il leader turco-cipriota Mustafa Akinci.

Inoltre, ha espresso l’auspicio che la voce di Cipro sia ascoltata forte e chiara al Consiglio europeo, di giovedì prossimo. In occasione di una celebrazione per il 39° raduno anti-occupazione a Morphou, a pochi metri dal blocco stradale che porta alla città occupata dai turchi, il presidente ha dichiarato di essere determinato a lavorare per un insediamento, ma non per “qualsiasi soluzione”, e ha aggiunto che ci sono limiti alle concessioni che possono essere fatte.

CIPRO OCCUPATA

Inaspettata è giunta dalla parte di Cipro occupata, la Repubblica Turco Cipriota del nord autoproclamata, una insofferenza ad Ankara per l’invasione in Siria. Il presidente in persona, Mustafa Akıncı, ha criticato fortemente l’offesa militare della Turchia innescando uno scontro a tutto campo tra il governo turco-cipriota e Ankara. Akinci ha accusato Erdogan di aver scatenato una guerra nel nord-est della Siria con la sua incursione militare soprannominata Operazione Peace Spring, un atteggiamento che ricorda l’intervento militare della Turchia a Cipro nel 1974. E ha osservato: “Anche se abbiamo chiamato l’offensiva nel 1974 Operazione Pace, è stata una guerra e il sangue è stato versato”.

twitter@FDepalo



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