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Amazon non ci sta. Al Pentagono è guerra (di carte bollate) tra Bezos e Trump

Con l’ingresso dell’impeachment nella fase pubblica, anche Amazon prova a dare un colpo al presidente Donald Trump. Nel momento forse più difficile della sua presidenza, per il tycoon arriva, com’era prevedibile, il ricorso dell’azienda di Jeff Bezos contro la decisione del Pentagono di affidare a Microsoft la maxi commessa da 10 miliardi per il rinnovo del suo sistema informatico. La mossa era considerata scontata sia per l’insoddisfazione dell’azienda che già fornisce un’infrastruttura simile alla Cia, sia soprattutto in considerazione dei veleni che hanno inondato la gara a partire da quelli tra Bezos e Trump. Oltre ad Amazon, Bezos possiede anche il Washington Post, l’enemy of the people secondo l’attuale inquilino della Casa Bianca, accusato ora (seppur indirettamente) di pressione indebita nell’assegnazione del contratto.

IL PROGRAMMA…

Il Pentagono, guidato da Mark Esper, continua a ribadire la correttezza della gara, ma Amazon ritiene che l’antipatia guadagnata da Bezos nei confronti del comandante in capo delle Forze armate Usa abbia avuto un peso decisivo. Il programma si chiama Jedi, acronimo per Joint enterprise defense infrastructure. Vale dieci anni e punta a modernizzare i sistemi informatici e di comunicazione del Pentagono e di tutte le sue strutture. Oltre i 10 miliardi di dollari del suo valore, è considerato tra i più allettanti degli ultimi decenni in virtù del potenziale effetto ricaduta su tante altre amministrazioni pubbliche che, già in passato, hanno guardato alle scelte del dipartimento della Difesa per le rispettive scelte nei processi di riforma e modernizzazione.

…E I VELENI

La rilevanza della gara è stata dimostrata anche dall’acrimonia che, si racconta, ha caratterizzato tutti i partecipanti. David Ives di Wedbush Security, ripreso dal New York Times, ha parlato di un “livello di cattiveria mai visto”, con colpi bassi e pressioni anche molto spinte. Inizialmente, oltre a Microsoft e Amazon, partecipavano pure Oracle, Google e IBM. Uscendo dalla competizione, Oracle ha presentato ricorso (senza grande successo) per il presunto conflitto di interessi da parte di Amazon, rea (a detta dell’avversaria nella gara) di aver assunto due ex dipendenti del Pentagono che avevano partecipato al processo di selezione per il programma Jedi.

LA DECISIONE DI AMAZON

Ora è Amazon a presentare ricorso. Tecnicamente, rivela la Bbc, si tratta di una passaggio precedente al ricorso vero e proprio. È l’intenzione di ricorrere contro la decisione della Difesa, inviata alla Corte delle controversie federali degli Stati Uniti, l’organo che ha competenza in materia e per tutte le denunce in tema di commesse contro il governo Usa. La mossa era prevedibile, dato che Amazon era data da tutti come favorita. Il sistema AWS dell’azienda di Bezos già rifornisce la Cia e altre agenzie governative impegnate nel campo della sicurezza. Dal primo contratto del 2014, tale assegnazione è cresciuta da 200 milioni di dollari l’anno a due miliardi. Proprio questo, secondo alcuni osservatori, potrebbe in realtà aver spinto il Pentagono a scegliere Microsoft, al fine di evitare una dipendenza tanto forte, in un campo tanto delicato, da un unico attore privato.

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