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Così Atene lotta con gli Usa contro il terrorismo

La Grecia sta diventando un punto di riferimento “Mediterraneo” nella lotta al terrorismo internazionale? Come si muove il governo di Atene, tra equilibri, alleanze e posture geopolitiche, nel contrastare le infiltrazioni jihadiste? Alcune risposte si trovano nel report del Dipartimento di Stato americano, che ha analizzato l’attività ellenica in un quadrante altamente significativo, dal momento che si trova a cavallo tra l’area euromediterranea e quella che precede il Medio Oriente.

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Il report sottolinea la stretta cooperazione sviluppata tra Usa e Grecia anche grazie ai programmi di scambio di informazioni e di esercitazioni congiunte. Nell’ambito di questa cooperazione, ecco che la Grecia spicca come membro della Coalizione internazionale per la vittoria contro lo Stato islamico e che le forze statunitensi e greche hanno partecipato assieme ad una serie di esercitazioni su larga scala nella lotta al terrorismo.

L’Isis in Grecia è stato presente ad Atene (probabilmente lo è ancora) con una cellula dedita alla falsificazione di passaporti, che aiutò anche Salah Abdeslam dopo gli attacchi di Parigi, che si recò nella capitale ellenica in traghetto passando dall’Italia.

LA STRATEGIA GRECA

Anche questa è la ragione per cui la Grecia è diventata snodo importantissimo sia per la lotta al terrorismo che per il contrasto ai traffici illeciti, come le nuove rotte della droga su cui indaga la Dea, che ha aperto una sede anche ad Atene per meglio coordinare le azioni sul posto. Altro versante delicatissimo e molto monitorato è quello dei migranti, tra i quali si sono nascosti spesso presunti jihadisti, come osservato in passato anche da funzionari dell‘Europol. I droni Usa di stanza a Larissa hanno anche questo compito (oltre che controllare i nuovi gasdotti), sostenendo l’azione di prevenzione messa in campo dal governo.

Secondo il Dipartimento di Stato, la Grecia nel 2018 è stato un partner cooperativo nella lotta al terrorismo e ha aggiornato gli strumenti per lo scambio di informazioni e il controllo degli immigrati privi di documenti. “La Grecia ha adottato una legislazione che consente la raccolta e l’analisi dei dati PNR in applicazione del diritto europeo e delle migliori pratiche internazionali”. Ma resta molto da fare ancora.

ORGANIZZAZIONE E KNOW HOW

Da migliorare l’aspetto organizzativo e del know how. E osserva: “La Grecia ha meno esperienza nel perseguire il terrorismo internazionale. La Grecia non ha attuato tutti gli aspetti della risoluzione 2396 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che potrebbero contribuire a rafforzare il quadro giuridico per il perseguimento dei terroristi stranieri”.

Proprio su questo punto si registra un certo attivismo nel governo, con l’idea di offrire una serie di iniziative per migliorare l’aggiornamento di uomini e mezzi. Inoltre le autorità greche hanno dichiarato che stanno monitorando le frontiere marittime e terrestri per impedire l’arrivo dei jihadisti in Europa. Numerosi funzionari dei servizi e agenti dell’antiterrorismo si trovano nelle isole dell’Egeo orientale dove la maggior parte degli immigrati arriva per proseguire verso l’Europa occidentale. A seguito dell’invasione militare della Turchia nel nord della Siria, si sta perdendo il controllo di migliaia di combattenti dello Stato islamico, che fino a poco tempo fa erano detenuti nelle carceri curde. Ad Atene e Berlino cresce la preoccupazione che i combattenti dell’IS possano attraversare il confine greco come rifugiati. E l’Europol da questo mese invierà ulteriori esperti di terrorismo in Grecia per coadiuvare le attività dell’antiterorismo ellenico.

SCENARI FUTURI

Secondo il rapporto Usa, particolare attenzione va concentrata sulla natura geografica “porosa” dei confini greci, accanto all’assenza di standard moderni nel sistema di identificazione. Infatti i migranti hanno continuato ad arrivare in Grecia, sebbene il numero di arrivi sia fortemente diminuito dal picco della crisi dei migranti nel 2015. E le identità greche rimangono “estremamente vulnerabili” all’alterazione. Non hanno “funzionalità di sicurezza integrate, come una foto digitalizzata e dati biometrici”. Il governo greco per questa ragione si è impegnato ad affrontare questa vulnerabilità introducendo un’identità biometrica nel breve-medio periodo, come emerso dalla recente visita ad Atene del Segretario di Stato Pompeo.

twitter@FDepalo



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