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Friday for Future e Black Friday. Il corto circuito da evitare secondo Giuliani

A scrivere – mi denuncio subito – è un gretino. Ho sempre considerato straordinario il movimento, che vede come propria musa ispiratrice la giovanissima attivista svedese. Un’onda in grado di mobilitare masse imponenti di ragazzi in tutto il mondo, trasformando in uno stupefacente mezzo di pressione globale l’emergenza climatica. Un’emergenza, vale la pena ricordarlo, se non negata, almeno drammaticamente sottovalutata da un bel pezzo di mondo ‘adulto’.

Mi piace, insomma, Greta, il suo messaggio, la sua passione trascinante. Non mi sfuggono, al contempo, alcuni rischi della sua meritoria battaglia: soprattutto quell’atteggiamento assolutistico, tipico anche dell’età, che può sfociare in posizioni ideologicamente manichee. Non mi sarei aspettato, però, di veder sbandare già oggi il Friday For Future italiano.

L’oceanica manifestazione di settembre, infatti, era risultata straordinaria per partecipazione, contenuti, colore ed impatto mediatico. Un clamoroso smacco, insomma, per chi si ostina a non vedere. Oggi, al di là di numeri inevitabilmente più bassi, ad emergere è piuttosto l’attacco simbolico ad Amazon, eletta a simbolo di una cupa società materialistica, in cui ai cittadini si sarebbero sostituiti i forzati dei consumi. Si è voluto a tutti i costi sovrapporre all’ormai tradizionale appuntamento sul clima, il rifiuto del Black Friday, considerato un’insopportabile orgia consumistica. Forse, a questi novelli Savonarola sarebbe bastato chiedere un po’ in giro cosa pensasse realmente la gente della corsa agli sconti di oggi, per rendersi conto di essere quantomeno fuori sync.

A parte ciò, quando si sovrappongono confusamente temi e obiettivi, il risultato è quasi sempre una maionese impazzita. Non un bel risultato. Il vuoto pauperismo, un’ideologia incollata alla bell’e meglio ai sacrosanti temi del cambiamento climatico sono il miglior regalo per tutti quelli che non vedono l’ora di bollare Greta e i nostri ragazzi solo come dei casinisti, un fastidio da normalizzare al più presto.

Ragazzi, non fatevi fregare e isolate questi mestatori. Sono facili da riconoscere: assomigliano tanto ai loro padri dei cortei anni ‘70.



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