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Blockchain e Intelligenza artificiale. La ricetta di Casaleggio per le aziende italiane

Le smart company sono quelle che hanno adottato uno “cambio radicale nei modelli di business”. Che non hanno confinato il digitale ad alcune funzioni delle aziende, disposte a scommettere su tecnologie che ormai è possibile individuare e classificare: blockchain, intelligenza artificiale, internet delle cose, 5G, 3D, realtà aumentata e realtà virtuale. Per le aziende italiane applicare queste tecnologie può significare crescere “fino a dieci volte nel corso di quattro o cinque anni”.

Sono queste alcune delle suggestioni emerse alla presentazione della ricerca Smart Company, l’evoluzione dell’azienda con la quarta rivoluzione industriale”. Appuntamento della Casaleggio associati rivolto alle aziende che si è tenuto a Milano alla presenza dei tre soci (Davide Casaleggio, Luca Eleuteri e Maurizio Benzi) e da esponenti di aziende leader nell’innovazione, compresi Thomas Miao, amministratore delegato di Huawei Italia a Fabio Vaccarono, Managing Director di Google Italia.

La ricerca ha preso in esame 350 imprese in tutto il mondo per sondare come sono state utilizzate le tecnologie esponenziali, cioè le tecniche innovative che permettono di aumentare prestazioni o diminuire i costi delle attività dell’azienda. Tecnologie, ha sottolineato Casaleggio, che hanno permesso ad alcuni campioni internazionali di elaborare modelli di impresa “senza asset fisici”. Ad esempio Airbnb, “il più grande hotel del mondo che non possiede nemmeno una stanza”. Ma sono anche quelle che puntano sulle “human-less activity”, cioè attività che non necessitano lavoratori dipendenti.

Gli esempi sono in gran parte noti, da Amazon a Netflix fino a Google. Ma Casaleggio fa altri esempi di aziende meno conosciute. Come Lemonade Insurance, assicurazione che ha automatizzato tutti i processi, compresa la liquidazione del danno che il cliente più regolare in chat con un bot (un sfotware in grado di rispondere). Oppure Buurtzorg, che organizza gruppi indipendenti di infermieri, “senza un manager”.

“Queste aziende hanno la caratteristica di avere una capitalizzazione per dipendente molto alta e in continua crescita”. Destinate a replicare i risultati messi a segno da quelli che oggi sono giganti del web. “Nel 2006 YouTube è stata acquistata con una valutazione di 24,6 milioni di dollari per dipendente, nel 2012 Instagram per 77 milioni per dipendente, nel 2014 WhatsApp per 345 milioni per dipendente”, ha spiegato il presidente della Casaleggio e associati.

Ora si apre una fase nuova. “Chi cresce in innovazione e anche nel numero dei dipendenti – spiega Casaleggio – ha cambiato le regole del mercato”. La smart company “non pensa solo al profitto, ma a investire in sostenibilità”, aggiunge Eleuteri.

Quello che è certo è che le aziende italiane non potranno evitare l’innovazione. Il mercato dell’intelligenza artificiale nel 2018 valeva circa 20,7 miliardi di dollari e nel 2026 sarà 202,6 miliardi di dollari. Nel 2035 si valuta che avrà un impatto sulla produttività italiana del 12 per cento e in alcuni Paesi raggiungerà il 40 per cento.Entro il 2027 il 10% del Pil globale si baserà su almeno un processo che si avvale della blockchain.

Le connessioni 5g passeranno da 5 milioni del 2019 a 2,6 miliardi nel 2025. L’utilizzo dei robot nella logistica diventerà la norma con un aumento della produttività che si stima possa essere dell’85%. A nostro vantaggio, spiega Vaccarono, c’è una predisposizone all’export. Le aziende innovative non possono che misurarsi con il mercato internazionale. Ma la strada da percorrere è ancora lunga.

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