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Così Cipro diventerà l’hub energetico del Mediterraneo

Si avvicina la costruzione del cavo elettrico che collegherà Israele-Cipro-Grecia-Europa su cui scommette forte l’Unione Europea. Luce verde per l’EuroAsia Interconnector Planning, ovvero la stazione cipriota di conversione ad alta tensione (HVDC Converter Station) di Kofinou, che è una delle parti del cavo elettrico che collegherà Israele a Cipro e Cipro all’Europa attraverso la Grecia.

Cipro, Grecia, Egitto, Israele: è sempre più questo il team che guida la politica energetica nel Mediterraneo orientale, dopo i progressi sull’Eastmed e le scoperte di Exxon a Cipro e di Eni a Zohr. Il quadro sta rapidamente mutando e le firme sui contratti lo dimostrano.

INTERCONNECTOR

L’interconnettore EuroAsia a Cipro è stato definito dall’Ue come uno dei principali “progetti di interesse comune” stimati per offrire significativi vantaggi socioeconomici per un valore di 10 miliardi di euro: ovvero porterà effetti positivi e duraturi su un’ampia gamma di Paesi che si affacciano nella regione del Mediterraneo orientale, facendo di Cipro un hub centrale per la cooperazione energetica tra Europa e Asia.

Con il rilascio del permesso di pianificazione si apre ufficialmente la strada per la costruzione della stazione di conversione con una capacità di trasmissione massima di 2.000 megawatt, nonché dei punti di interconnessione dei cavi sottomarini che collegano le reti elettriche dei tre Paesi.

Il costo di costruzione della prima fase dell’interconnessione Cipro-Creta-Attica da 1000 MW è pari a 3,5 miliardi di euro e sarà operativa nel giugno 2022, mentre entro dicembre 2023 Cipro sarà interconnessa, completando così l’interconnessione elettrica Cipro-Creta-Attica. Il progetto sarà collegato alla rete EAC in modo che possa essere ramificato in un secondo momento, inoltre funzionerà in modo bidirezionale, consentendo sia l’importazione che l’esportazione di elettricità.

SCHEMA

La chiara posizione espressa sin dall’inizio sul punto dall’Unione europea a favore del gasdotto ha inteso, al contempo, anche minare gli sforzi derivanti principalmente da alcuni interessi economici in Grecia che puntavano a sabotare l’idea del vettore e separatamente la sezione tra Creta e la Grecia continentale.

L’ultimo tentativo esterno in questa direzione era stato quello di separare le offerte per la costruzione di questa sezione dal resto del gasdotto, con il presupposto dell’urgenza per l’interconnessione di Creta prima del 2020. Era il novembre di un anno fa e al contempo Bruxelles approvò anche il finanziamento di infrastrutture per lo stoccaggio di gas naturale liquefatto con 114 milioni di euro diretti a Cipro, sempre in un’ottica di insieme e guardando al dossier energetico a cavallo tra il quadrante euromediterraneo e quello mediorientale.

LA RILEVANZA DI CRETA

L’isola greca assume da oggi una nuova rilevanza per via della presenza dei players coinvolti: ovvero Egyptian Electricity Transmission Company (Eetc) ed Euro-Africa Interconnector. L’autostrada energetica che legherà Africa ed Europa potrà consentire il transito annuo di 17,5 terawattora, molto più della produzione annuale delle centrali elettriche della diga di Aswan. Un passo ulteriore che il sistema energetico egiziano compie, in un’ottica di potenziamento infrastrutturale, logistico e anche geopolitico come ha precisato chi sta svolgendo un ruolo di primo piano, ovvero il ministro dell’Energia Mohamed Shaker.

Creta, inoltre, è anche uno dei nuovi military hub degli Stati Uniti, che nella base som di Souda Bay si stanno preparando ad una serie di lavori di ammodernamento e potenziamento dello scalo per poter ospitare un numero maggiore di sottomarini nucleari e fregate.

Twitter@FDepalo

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