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Questo governo è un ospedale da campo ma Conte… Parla Padellaro

La definizione della vera natura di questo governo è la stessa che diede Papa Francesco della Chiesa quanto divenne Papa: un ospedale da campo. Lo pensa l’ex direttore dell’Unità e primo direttore del Fatto Quotidiano, che ha contribuito a fondare, Antonio Padellaro che spiega a Formiche.net perché sorride quando qualcuno accusa l’esecutivo di essere senza anima o visione. E a Conte chiede soluzioni.

Nicola Zingaretti ha detto che il presidente del Consiglio, che secondo Reputation Science è l’esponente del governo più popolare, va aiutato nella ricerca di una sintesi. È ancora possibile?

Assolutamente sì. È evidente che in questo momento i protagonisti della maggioranza, ovvero Conte, Zingaretti e Grillo, remano dalla stessa parte. Ed è importante sottolinearlo. Giustamente non facciamo altro che evidenziare le fragilità di questo esecutivo, che ha il fiato corto e problemi al suo interno. Ma le crisi di queste settimane, Ilva, Venezia, ponti, producono opportunità.

Ovvero?

Le crisi, non va sottaciuto, possono finire in un tonfo. Ma possono anche riavviare una macchina. E in questo caso stanno cementando una nuova squadra. I tre leader, con la gentile collaborazione del Colle, presenza silenziosa ma fondamentale, stanno cercando di rianimare questo Paese attraverso una respirazione bocca a bocca, facendo andare avanti il governo il più a lungo possibile.

Come?

In pochi giorni siamo passati da un potenziale disastro, come il voto su Rousseau, al tentativo di rimettere in moto la macchina. Vedremo se funzionerà. Quando Zingaretti cita la sintesi parla in maniera molto democristiana, per dire due cose: che si fida di Conte, ma che adesso Conte si dia da fare. Uno stimolo e al contempo un’apertura di credito.

Come giudicare oggi il ruolo di Conte che da Melfi sembra già in campagna elettorale?

Conte non è San Francesco d’Assisi, ma è uno scaltro avvocato di lungo corso che ha compreso le reali potenzialità del contatto con la gente e con i rispettivi problemi, come accaduto con gli operai dell’Ilva e con i proprietari della libreria La Pecora elettrica a Centocelle. Così il premier porta loro una parola di fiducia e offre coraggio. Tra l’altro presenze di questo genere non ce ne sono state molte, al di là della campagna elettorale. Questa di Conte non la definirei una mossa elettorale: intende solo portare serenità in luoghi dove è difficile trovarla.

Quale la vera natura di questo governo?

La stessa definizione che diede Papa Francesco della Chiesa quanto divenne Papa: un ospedale da campo. Mi fanno sorridere coloro che accusano l’esecutivo di essere senza anima o visione. Ma quale visione? Forse qualcuno non si sta rendendo conto di ciò che sta accadendo all’Italia, con ponti che crollano, con la laguna sott’acqua, con l’Ilva in pericolo. Ogni giorno c’è un’emergenza in un Paese dalle grandi fragilità, che ha bisogno interventi da pronto soccorso.

E Conte?

Si sta comportando proprio come un medico del pronto soccorso che, magari non ha le medicine adatte, ma intanto cerca di portare speranza. Di contro il premier ha capito che, più aumenta la sua popolarità, più il governo che lui guida se ne giova. Un presidente del Consiglio popolare dà certamente molta energia al suo esecutivo, ma poi le soluzioni su Ilva e Alitalia deve trovarle lui e non può limitarsi alle visite pastorali.

Per questo si è svolto al Colle il vertice sull’Ilva?

Non saprei. Ma mi sembra che Mattarella stia tentando di dare un grosso contributo al premier. È intuitivo che quando il Colle gli dà una mano, così come stanno facendo Zingaretti e Grillo, poi alla fine dovrà essere Conte stesso a darsi una mano da solo e risolvere i dossier.

Sull’Ilva cosa potrebbe fare?

Speriamo che questo rapporto che è stato ricucito con i Mittal porti dei risultati: questo ci aspettiamo e sarebbe una buona cosa. Inoltre i miliardi da stanziare per le infrastrutture che cascano comincino ad essere finalmente spesi. Siamo il Paese dei verbi servili: serve, occorre, bisogna. Sia il premier, a questo punto, a mettere in moto i fondi.

I contrasti tra Pd e M5s sulle candidature alle regionali rischiano di essere più gravi rispetto a quelli sulla legge di bilancio?

Tutte le leggi di bilancio hanno da sempre avuto migliaia di emendamenti, della maggioranza e dell’opposizione. Non vedo nulla di nuovo o di strano, perché ogni parlamentare vuole dimostrare di aver fatto qualcosa per la propria comunità. Non ho mai visto cadere un governo su un emendamento. La questione è meno impervia rispetto alle alleanze Pd-M5s. I grillini sono in una fase di travaglio personale straordinario e credo che gli alleati in questo momento dovrebbero evitare di creare pressioni, a meno che non perseguano la distruzione del M5s.

Dopo la mediazione di Grillo, il M5s ripartirà o perderà voti verso il Pd?

Non credo che Zingaretti voglia disintegrare il M5s e prendersi il suo elettorato: lo vedo uno scenario difficile. Polvere di Cinque Stelle? Non penso che gli elettori del M5s andrebbero al Pd, molti preferirebbero l’astensione e altri la Lega.

twitter@FDepalo

 

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