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Avanti tutta con gli F-35. La decisione di Lorenzo Guerini

L’Italia conferma gli impegni per i prossimi lotti produttivi di F-35. Lo ha annunciato il ministro Lorenzo Guerini, intervenuto questa mattina di fronte alle Commissioni Difesa di Camera e Senato per replicare alle domande presentate dai parlamentari quando, lo scorso 30 ottobre, presentò le linee programmatiche del suo dicastero. Confermando una programmazione che risale al 2017, il ministro punta a rispondere alle esigenze delle Forze armate e a valorizzare le eccellenze industriali che partecipano al programma .

LA LINEA DI MAGGIORANZA

La decisione di Guerini era stata preannunciata dalla presa di posizione determinata già espressa nelle passate settimane in almeno un paio d’occasioni. Si era sommata alle rassicurazioni contestualmente rivolte all’alleato americano dal premier Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sulla scia delle indicazioni giunte dal Quirinale negli ultimi Consigli supremi di Difesa, con diversi messaggi sulla necessità di garantire certezze ai programmi di lungo periodo. Più recentemente il dibattito si è spostato in Parlamento, dove la scorsa settimana l’aula di Montecitorio ha approvato la mozione di maggioranza relativa all’F-35 (partendo dalla mozione targata Lega per la conferma degli impegni, poi bocciata). Il testo avallato da Montecitorio ha rappresentato il compromesso tra le forze di maggioranza sul dossier, con la scomparsa dei termini “rinegoziazione” e “rimodulazione” a favore della “valutazione” del programma nel tempo. Accordo totale (con il sostegno della maggioranza) sulla valorizzazione dei ritorni industriali, a partire dallo stabilimento di Cameri, l’unico centro di assemblaggio e verifica finale per i velivoli di quinta generazione in Europa.

LE PAROLE DI GUERINI

Tutto questo è confluito nelle parole odierne di Lorenzo Guerini: “Ritegno che la partecipazione dell’Italia al programma risponda. da un lato. a specifiche esigenze in termini di efficacia, efficienza e modernità dello strumento militare nazionale e, dall’altro, rappresenti un’opportunità di crescita tecnologica e occupazionale per l’industria nazionale di settore”. Partendo da qui, ha aggiunto, “e volendo capitalizzare gli investimenti fin qui fatti e valorizzare le opportunità offerte dal programma, ho dato avvio alla Fase 2, confermando ciò che era già stato definito e comunicato alla direzione di programma nella pianificazione del 2017 e mai modificato successivamente”. Si tratta delle intenzioni italiane per il lotti 15 e successivi, quelli che copriranno il periodo 2023-2027. Per ora, su un piano complessivo di 90 velivoli, l’Italia è impegnata all’acquisto di 28 jet totali (compresi quelli già consegnati) fino al 2022, comprendenti gli F-35 dei lotti di produzione che arrivano al quattordicesimo. Per i successivi mancavano garanzie, con connesse preoccupazioni per lo stabilimento di Cameri che, a parte qualche velivolo olandese, rischiava di trovarsi senza lavoro dal 2023.

SALTO DI QUALITÀ PER CAMERI

Eppure, come ha ben dimostrato il voto bipartisan a Montecitorio, la valorizzazione del sito novarese è un obiettivo nazionale. È da qui che arriva la scelta di Guerini. “La Fase 2 del programma – ha notato oggi – rappresenta la condizione imprescindibile per l’auspicabile salto di qualità del sito di Cameri al fine di renderlo pienamente complementare allo stabilimento americano di Fort Worth (il principale sito di Lockheed Martin per il programma, ndr), che è vicino al limite di saturazione della produzione”. Ci sono inoltre le possibilità di ottenere nuovo lavoro. Il passaggio alla Fase 2, ha detto Guerini, “offre indubbie opportunità di sviluppo per Cameri anche in relazione alla possibile adesione di nuovi partner europei al programma”. Il programma internazionale sta difatti avanzando rapidamente. Belgio e Polonia potrebbero decidere di assemblare i propri velivoli a Cameri, mentre in prospettiva ci sono anche Svizzera e Finlandia. Su tali prospettive, ha assicurato Guerini, “stiamo lavorando con grande impegno”. C’è però una condizione: “Che il nostro stabilimento sia pienamente operativo con le commesse nazionali e sia sempre più in grado di lavorare garantendo i tempi di consegna e gli standard qualitativi richiesti”.

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