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Perché il gas conterà, anche nei prossimi anni. L’analisi di Medugno e Bertoglio

Di Massimo Medugno e Alessandro Bertoglio

Bel convegno e ottimo studio, quello presentato da Confindustria l’11 novembre scorso in materia di gas, curato da Nomisma Energia di Davide Tabarelli, sotto la regia del professor Massimo Beccarello. Lo possiamo affermare e scrivere senza remore in quanto Assocarta, come tante altre associazioni e organizzazioni lo ha sostenuto.
Ed è emerso chiaramente che il gas naturale continuerà a svolgere un ruolo preponderante per il Paese nei prossimi anni anche per via delle crescenti necessità dovute al phase out del carbone e alla necessità di centrali a gas rapide per il bilanciamento del sistema. Alcuni eventi ci mettono in una situazione di minore sicurezza già oggi e da alcuni anni. In particolare il fuori servizio di uno dei due tubi del gasdotto Tenp, inizialmente fuori servizio per una manutenzione oggi fuori servizio per necessità di ricostruzione parziale, rende necessaria l’attivazione di misure immediate e rapide per ripristinare i necessari livelli di sicurezza.

L’avvio del solo gasdotto Tap (peraltro a fine 2020) non appare sufficiente ma occorre anche sostenere l’attuazione del progetto Eastmed in prospettiva per il futuro anche considerando la fragile situazione geopolitica del Nord Africa da cui arrivano altri due gasdotti verso l’Italia. Nel frattempo continuiamo a pagare il costo in termini di differenziale di mercato per la chiusura del Tenp. Il differenziale del prezzo del gas tra Italia e Nord Europa si sta ampliando dopo un periodo in cui si era arrivati quasi a chiudere il differenziale. Siamo passati da un periodo di relativa stabilità in cui tale differenziale era di circa 1,5 euro/MWh ad un periodo, quello attuale in cui si attesta intorno a 2,5 euro/MWh con tendenze al rialzo. Nel corso del 2019 infatti abbiamo registrati forti aumenti soprattutto nei mesi di aprile, maggio e giugno con valori vicini ai 4 euro/MWh ed anche il mese di ottobre di sono registrati forti picchi anche superiori a 5 euro/MWh. Ciò senza che ci fossero particolari tensioni geopolitiche o eventi climatici.

Andamento spread Ttf-Psv sull’anno termico. Occorre quindi coniugare l’obiettivo della sicurezza con l’obiettivo della competitività del mercato gas e questo aspetto non è, a nostro avviso, adeguatamente contemplato nel Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).

Per recuperare il gap sul prezzo della commodity occorre quindi agire lungo 3 linee di intervento:
migliorare la regolazione dei transiti all’interno dell’Europa con opportune misure di ridisegno delle tariffe di trasporto eliminando l’attuale penalizzazione dell’Italia derivante dalla stratificazione delle tariffe entry/exit (effetto pancaking);
allineare il costo finale del gas per i consumatori industriali italiani e nord europei, rivedendo l’allocazione delle componenti tariffarie in modo da riflettere le prestazioni richieste e fornite al sistema, e introducendo le misure già previste a livello europeo e nazionale per gli energivori gas;
favorire la crescita della liquidità e della concorrenza fra operatori, riducendo la concentrazione upstream, sfruttando la posizione geopolitica del Paese nel mediterraneo e integrando l’Italia con gli hub competitivi del Nord Europa.
Magari ciò potrà aiutare a risolvere alcuni crisi aziendali che coinvolgono importanti industrie localizzate in Italia!
Per quanto concerne le politiche di decarbonizzazione (o “carbon neutral”) non potranno essere perseguite solo con l’elettrificazione.
Infatti, la sostituzione dell’energia termica prodotta tramite il gas naturale con energia elettrica proveniente dalla rete non è una soluzione percorribile per alcuni settori manifatturieri.
Ad esempio, per il settore cartario. Già oggi infatti in molti casi la produzione di energia elettrica in sito con la cogenerazione ad alto rendimento sopperisce all’impossibilità della rete a coprire il fabbisogno elettrico della cartiera. Pensare quindi di fornire tramite sia la rete l’energia elettrica ad oggi autoprodotta che l’energia termica necessaria al processo non appare verosimile a meno di invadenti investimenti nella rete elettrica che difficilmente potranno essere approvati ed autorizzati.
Sostituire l’energia fornita dal gas con energia elettrica significa innalzare il fabbisogno elettrico di circa 23 TWh che, considerando un rendimento di produzione del parco termoelettrico nazionale ottimistico del 56% e le perdite di rete, significa consegnare alle cartiere oltre 42 TWh (il consumo elettrico del settore è circa 7 TWh) ovvero 6 volte le attuali necessità di consumo elettrico del settore. In termini di MW dovrebbero essere realizzati 4800 MW baseload, essendo necessario fornire energia a ciclo continuo. Cosa fare dunque?

Uno dei principali driver della riduzione delle emissioni rimane l’efficienza energetica, ovvero produrre almeno la stessa quantità di beni con meno energia. Una più bassa esigenza energetica nazionale agevola ed accelera il processo di riduzione della CO2. Anche la riduzione delle perdite in trasmissione e distribuzione è efficienza energetica e la produzione di energia in cogenerazione riduce il fabbisogno energetico per compensare tali perdite.
La cogenerazione ad alta efficienza ha un ruolo rilevante nel raggiungimento degli obiettivi al 2030 e prepara l’industria alle sfide del 2050:

fornisce i fabbisogni energetici di calore industriale che non possono essere coperti con le pompe di calore e con il solare termico;
evita le perdite di distribuzione dell’energia elettrica;
consente l’affiancamento con i servizi da fonte rinnovabile;
prevede la possibilità di istallare batterie per lo stoccaggio dell’energia in eccesso per l’utilizzo nelle ore di scarsità
fornisce sicurezza e continuità al sistema elettrico in quanto riduce la variabilità delle energie rinnovabili.
Infine, l’economia circolare ha un ruolo chiave nel processo di decarbonizzazione e gli scarti devono essere visti come materia prima secondaria che può essere reintegrata nel ciclo produttivo

Questa visione richiede collaborazione tra tutti gli attori del ciclo per fornire prodotti che possono essere riciclati più facilmente e migliorare la qualità della raccolta e del trasporto in modo da accelerare il mercato delle materie prime secondarie e l’innovazione di processo.

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