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Carson City, il pizzino Usa alla Turchia (via Grecia)

Perché il porto greco di Alexandrupolis è diventato strategico per gli interessi americani nel Mediterraneo orientale? Come sta mutando la percezione a stelle e strisce dell’influenza nell’Egeo alla luce dei nuovi dossier attualissimi in quel quadrante, come quello energetico e quello del futuro di Siria e Libia?

ALEXANDRUPOLIS

La città greca ha una straordinaria importanza geopolitica, da un lato come porta d’accesso alle regioni del Mar Nero e dei Balcani, dall’altro come faro sui nuovi gasdotti Tap e Tanap. E le rivendicazioni di ieri di Ankara (che ha nuovamente accusato Atene con l’obiettivo di inasprire ulteriormente i rapporti in chiave anti atlantica) rappresentano idealmente il secondo step di questa partita a scacchi, che si gioca con pedine e annunci.

Meno di due mesi fa l’ambasciatore americano ad Atene Jeffrey Payat aveva visitato per la quarta volta il porto: segno di un’attenzione massima degli Usa al sito. In questa settimana è arrivata la nave Usa Carson City con due finalità: quella ufficiale di aprire al nuovo corso dello scalo che rientra nell’accordo ellino-greco e quella ufficiosa di nuova frontiera negli equilibri geopolitici. Washington ha inteso inserire Alexandrupoli all’interno del recente accordo, siglato dal Segretario di Stato Mike Pompeo e dal premier greco Kyriakos Mitsotakis, per quattro nuove basi su suolo ellenico. Obiettivo del Pentagono è di rimescolare le strategie materiali nel Mediterraneo, con una nuova veste logistica per uomini e mezzi.

SCHEMA

Il porto è al momento uno snodo cruciale per la sicurezza energetica in Europa, la stabilità regionale e la crescita economica. Di qui la scelta di “battezzare” il nuovo corso dell’accordo ellino-americano con la visita di una nave peculiare come la Carson. Si tratta di un battello sui generis, perché di fatto è una delle navi altamente specializzate della Marina americana.

Si caratterizza come trasporto veloce di spedizione, interamente in alluminio e presenta un design da catamarano, appositamente progettata per ospitare anche mezzi, veicoli, elicotteri, oltre ad un gran numero di soldati che possono essere scaricati rapidamente in una banchina commerciale.

È la terza volta che la USNS Carson City visita un porto greco. La prima volta fu nel marzo 2018, nell’isola di Syros, in concomitanza con gli sviluppi dei cantieri Neorio, che furono trasferiti a una società di interesse americana. In seguito, nel gennaio 2019 la nave attraccò a Volos dove operò a sostegno delle forze statunitensi a Stefanovikio. Queste forze hanno partecipato a molte esercitazioni congiunte.

In contemporanea spicca in questi giorni anche la visita in Grecia del generale Christopher Cavoli, comandante delle forze degli Stati Uniti in Europa, alla Scuola cadetti dell’esercito di Evelpidon per una Conferenza delle forze terrestri.

SCENARI

Alla privatizzazione del porto greco, che verrà annunciata a breve, prenderanno parte realtà americane che lavoreranno sulla sicurezza comune e sugli sviluppi finanziari connessi. L’interesse degli Stati Uniti per migliorare l’uso del porto di Alexandroupolis è anche corroborato dal progetto per un dragaggio che migliori sia il suo valore commerciale sia la capacità portuale per i futuri movimenti militari. Più in generale la vicinanza con la frontiera turco-greca sul fiume Evros e con il passaggio dei due gasdotti Tap e Tanap è un altro elemento di primaria importanza, che vede il porto di Alexandrupolis protagonista.

Si tratta di un avamposto che, “messo” in rete con la base di Andravida nel Peloponneso, con quella dei droni a Larissa e con quella som a Creta (Souda Bay) rappresenteranno il nuovo avamposto americano per monitorare da vicino in quadrante mediorientale e quello euromediterraneo.

twitter@FDepalo

 

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