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Israele ancora sotto attacco. Razzi (iraniani) dalla Siria intercettati da Iron Dome

Ci sono centinaia di foto che riprendono il cielo israeliano tagliato da bagliori: molte sono piuttosto suggestive, un’iconografia esistenziale per lo Stato ebraico. Sono i lampi del sistema Iron Dome in azione, la Cupola di Ferro che protegge i cieli d’Israele entrata in funzione anche stanotte, quando dalle alture del Golan sono stati intercettati quattro missili partiti dalla Siria.

Per Israele è stato un episodio “molto grave”, e l’affermazione è il prologo di un’azione di risposta certa. I caccia e i droni dell’Israeli Air Force non sono nuovi a penetrazioni nel territorio siriano per colpire obiettivi specifici. Gerusalemme ha avviato dal 2013 questo genere di missioni, che solitamente avvengono in modo discreto e senza troppi fronzoli politico-narrativi.

Sono una necessità tattico-strategica. Per gli israeliani sono un firewall difensivo attivo necessario per tenere alla larga il principale dei nemici regionali: l’Iran. La Repubblica islamica è penetrata nel conflitto civile siriano fornendo carne da cannone per la causa del regime assadista. Migliaia dei morti che hanno protetto Damasco sono stati mobilitati da Teheran su ordine dei Pasdaran: sono gli uomini delle milizie sciite regionali. Tra queste Hezbollah, principale contributore.

Il rifornimento militare che gli iraniani hanno offerto al gruppo-politico libanese è un contraccambio per l’impegno profuso a protezione del regime siriano, ossia degli interessi iraniani in Siria e dunque nel cuore del Medio Oriente mediterraneo. Hezbollah ha sacrificato combattenti, ha spostato comandanti (alcuni uccisi nei raid israeliani) e in cambio ha potuto prendere dall’Iran armamenti più sofisticati.

Secondo le intelligence israeliane, a breve, appena il conflitto siriano sarà pressoché stabilizzato, quelle stesse armi saranno dirette dal Libano verso Gerusalemme. Un interesse per l’Iran, che pensa alla destabilizzazione dello Stato ebraico sia in termini ideologici, sia dal punto di vista geopolitico.

Nei giorni scorsi Israele era finito sotto un altro barrage missilistico: oltre 400 razzi erano stati sparati da Gaza per mano della Jihad Islamica Palestinese, un gruppo terroristico che opera dalla Striscia e che è anch’esso finanziato in modo occulto dall’Iran.

In queste stesse ore sono uscite immagini del satellite Isi, una fonte open israeliana, che mostrano un rafforzamento di una base di milizie sciite al confine tra Iraq e Siria. Potrebbe servire da passaggio logistico per le armi che dall’Iran risalgono il territorio iracheno per arrivare in Siria, dove vengono fornite agli Hezbollah. Al tempo stesso è un punto di controllo dove gli iraniani della Quds Force, l’élite dei Pasdaran, si sono rafforzati guardando la fascia petrolifera iraniana in cui si sono stabilizzati i soldati americani.

(Foto: Facebook, Iron Dome Count)

 

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