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Sulla Nato Macron azzecca la diagnosi ma non la terapia. Il commento di Stefanini

In una lunga intervista all’Economist Emmanuel Macron certifica la “morte cerebrale” dell’Alleanza Atlantica. Può darsi che abbia ragione. Nel qual caso noi europei, francesi in testa, dovremmo veramente preoccuparci. Perché non c’è altro sul mercato della (nostra) sicurezza che possa sostituirla. L’alternativa, secondo il Presidente francese, è un’Europa che “recuperi la sovranità militare”. Non è realistica.

La soluzione di Macron è la difesa europea – e basta. Richiederebbe un’unità d’intenti politici che non esiste, neppure sull’asse Parigi-Berlino, per non parlare di Varsavia, Roma, Stoccolma o Madrid. Richiederebbe un investimento di risorse che il contribuente europeo non è disposto a fare, ammesso che il vincolo del deficit dei bilanci nazionali sia aggirabile. Richiederebbe un dna di difesa collettiva che l’Ue non ha: non ce n’è traccia nei voluminosi trattati, tanto meno nei corridoi della Commissione. Richiederebbe un Regno Unito che si accosti al continente anziché salpare gli ormeggi per una navigazione oceanica senza rotta. Richiederebbe una base industriale europea, non solo francese, che sarebbe in affanno senza i ponti atlantici e attraverso la Manica.

L’intervista di Macron è notevole per analisi e spessore intellettuale. Merita di essere letta, meditata e presa sul serio. Individua spietatamente le falle che si sono aperte nella Nato tra indifferenza di Donald Trump e spregiudicatezza di Recep Tayyip Erdogan. La “lucidità” cui egli fa ripetutamente appello viene però meno nel passaggio dalla diagnosi alla terapia.

Nell’anniversario della caduta del muro di Berlino, il Presidente francese dimentica che l’Europa è stata prima tenuta insieme, poi riunita, dal cordone ombelicale atlantico. Senza torna a dividersi. L’alleanza con gli Stati Uniti va riequilibrata in termini di responsabilità e impegni reciproci. Non liquidata. Un’Europa militarmente più forte e coesa è il partner Nato di cui gli Usa hanno bisogno. E viceversa.

La difesa europea è necessaria. Ma non a sostituire la Nato: a salvarla. Se ci sembra difficile oggi, pensiamo un attimo al campo minato mondiale in cui si troverebbe domani un’Europa orfana di Nato.

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