Silvio Berlusconi regista dell’avvicinamento di Matteo Salvini al Ppe? Secondo il senatore azzurro Andrea Cangini non sarebbe una sorpresa, dal momento che il Cavaliere potrebbe percepire il fascino di un’operazione del genere: “Vorrebbe dire tornare centrale e determinante, guidando un’operazione politica che avrebbe un certo rilievo per il centrodestra”. Il parlamentare di Forza Italia ragiona analizza con Formiche.net i limiti del ‘salvinismo’ e le prospettive de l’Altra Italia, il movimento rilanciato proprio oggi da Berlusconi.
La Lega ha un futuro nel Ppe?
Tutto dipende da Salvini, il quale non mi sembra orientato. Bisognerà vedere se ha tratto una qualche lezione dalla crisi agostana e dagli errori fatti durante l’anno e mezzo alla vicepresidenza del Consiglio. L’esempio ungherese è immediato in questo senso: Orbán non è meno sovranista di Salvini, ma è nel Ppe e vota alla presidenza Ursula von der Layen.
Perché lo ha fatto?
Perché sa che se vuole difendere i suoi principi e la sua politica deve stare nel mainstream. Salvini invece si è messo in una condizione opposta e fisiologicamente è tagliato fuori da ogni decisione, oltre che, a torto o ragione, è visto dall’establishment europeo come il leader di un gruppo di appestati. Il punto è capire quale sarà l’obiettivo di Salvini: se prendere più voti possibili urlando alla luna, allora fa bene a fare quello che fa, ma con il rischio di non poter usare quei voti. Dalla sua prima esperienza di governo sembra più interessato a quella prospettiva, anziché a costruire una credibilità internazionale legata all’autorevolezza. Il suo movimento politico è isolato.
Salvini e i leader popolari smentiscono nelle dichiarazioni ufficiali, ma l’impressione è che Berlusconi voglia intestarsi l’operazione anche se questo crea non pochi dubbi sia a Strasburgo sia a via Bellerio. È così?
Non ho parlato con Berlusconi di questo, per cui fatico a entrare nella sua testa. Ma non mi stupirebbe se percepisse il fascino di un’operazione del genere: vorrebbe dire tornare centrale e determinante, guidando un’operazione politica che avrebbe un certo rilievo per il centrodestra.
Forza Italia come esce dalle urne umbre?
Lasciando da parte le polemiche interne, credo che nel partito vi sia la percezione che in futuro potrebbe non avere più un peso, per scelta o per condizione generale. Ciò crea non tanto un problema ai singoli o al partito, ma al sistema politico e al probabile futuro governo di domani targato Salvini e Meloni. Questi ultimi, se non dovessero cambiare le rispettive posizioni, porterebbero il Paese in un vicolo cieco.
Il cardinale Camillo Ruini ha spiegato che con la Lega il mondo cattolico deve dialogare, anche se ha bisogno di un salto di maturità. Uno stimolo per Salvini?
Penso di sì. Ruini, come sappiamo, non rappresenta l’establishment di oggi della Santa Sede. Ha sempre avuto affinità verso il centrodestra accanto ad una raffinatissima intelligenza politica. Certo, se apre una linea di credito a Salvini, forse lo fa anche per esigenza di riposizionamento, ma lo fa con un monito: quello stesso che un po’tutte le persone di buon senso anche nella Lega, come Giorgetti, provano a far emergere. Ovvero che non può pensare di fare politica, soprattutto sul piano internazionale, utilizzando la tecnica social che mette al centro l’effetto immediato di una posizione assunta. Funziona in provincia, ma non in politica estera che richiede invece proiezione e respiro. Le battute sprezzanti in Italia portano voti, all’estero discredito, per cui si viene automaticamente isolati. Non so se Salvini l’abbia capito, spero di sì e non nell’interesse di Lega o Forza Italia, ma nell’interesse del Paese, visto che nel prossimo governo Salvini avrà un certo peso.
La “maturità” della Lega potrebbe consistere in un nuovo posizionamento in Europa che tolga il partito dall’angolo in cui è confinato nonostante l’enorme truppa di eurodeputati entrata a maggio?
Se fossi in lui lo farei, visto che ha un problema enorme di credibilità all’estero, a maggior ragione nel momento in cui dovesse assorbire anche Forza Italia. Forse avrebbe incassato anche un bel vantaggio nell’avere come alleato una Forza Italia in gran salute, almeno per garantire la Lega e il futuro governo del centrodestra agli occhi dell’establishment. Ha invece fatto di tutto per prosciugare Forza Italia. E a questo punto spetta a lui a rendersi più credibile di quanto non lo sia oggi.
L’Altra Italia è una scommessa o una scelta obbligata?
L’idea di aprire a movimenti e liste civiche è positiva, perché vuole parlare a quel mondo ampio che non si riconosce nel Pd, nelle destre né nei grillini. Abbiamo presentato una ricerca secondo cui conservatori e moderati non votano più, perché forse non ritengono credibili Lega o Fdi. L’Altra Italia servirà proprio a catturare quel mondo e a riguadagnare credibilità. Ma Forza Italia ha fatto la scelta di viaggiare a braccetto con Salvini, pur restando nell’ombra del ‘salvinismo’: per cui adesso occorre che il nuovo lancio de l’Altra Italia venga spiegato più dettagliatamente.
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