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I russi non vogliono più Putin. Lo studio Carnegie-Levada

La lunga stagione di Vladimir Putin alla guida della Russia è al tramonto? Sembrerebbe di sì leggendo i dati pubblicati in uno studio congiunto del Carnegie Center e del centro demoscopico Levada, che hanno esaminato l’atteggiamento dei cittadini russi verso eventuali cambiamenti politici nel Paese.

VOGLIA DI CAMBIAMENTO

Secondo il sondaggio, la percentuale di russi che desiderano un drastico cambiamento nel Paese è aumentata dal 42% al 59% negli ultimi due anni e il 52% degli intervistati ritiene che tali riforme siano possibili solo se il sistema politico cambia seriamente (solo l’8% vuole che tutto resti com’è). In questo solco, il numero di persone che credono che lo ‘zar’ Putin, padre-padrone della politica di Mosca degli ultimi anni, possa proporre un piano positivo di trasformazione del Paese è poi sceso dal 25% al 16%.

LA DISAFFEZIONE DEI CITTADINI

Il Cremlino per ora non commenta i numeri e attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov fa sapere che “il desiderio di cambiamento e’ sempre presente nella società”. Ma che qualcosa fosse radicalmente cambiato, evidenzia Bloomberg, si era compreso già la scorsa estate, quanto a Mosca si assistette alle più grandi manifestazioni anti-Cremlino degli ultimi sette anni, scaturite dal rifiuto da parte delle autorità di consentire ai candidati dell’opposizione di contestare le elezioni del consiglio comunale. Gran parte della disillusione sembra aver avuto inizio all’inizio del quarto mandato di Putin, segno, appunto, di una leadership stanca o comunque con sempre meno presa sui cittadini, soprattutto i più giovani.

LA PAURA DELLA TRANSIZIONE

Tuttavia, pur auspicando le riforme, i ricercatori ritengono che il popolo speri che i cambiamenti si realizzino da soli, senza che ci sia bisogno di “pagarne il prezzo” per ottenerli. E questo potrebbe allungare un po’ la vita politica a Putin o favorire l’ascesa di un suo erede (un altro punto ancora aperto e seguito con attenzione anche dai governi occidentali).

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