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Potere siberiano. La nuova sfida (energetica) di Russia e Cina all’Occidente

Il presidente russo Vladimir Putin e il segretario del Partito comunista cinese, il capo dello Stato Xi Jinping, sanciranno l’avvio dell’attività operativa del gasdotto “Potere della Siberia” (Power of Siberia) sulla rotta orientale. In una data non ancora definita, ma a dicembre, i due leader parteciperanno in teleconferenza all’apertura di uno dei principali collegamenti fisici tra i due Paesi.

IL RUOLO DEI GASDOTTI

Il ruolo dei gasdotti nella geopolitica è esattamente questo: strutturare una connessione fisica tra due realtà statuali. Sono i fili che tengono insieme certe relazioni. Che tra Russia e Cina in questo momento godono di una fase particolarmente prospera. Una sorta di bromance tra stati, che per ora — al di là degli interessi reciproci — ha come bottom line l’idea di battere insieme quello che ancora è un competitor comune: l’Occidente, inteso come complesso di alleanze strutturali tra stati europei e Stati Uniti.

A dare l’annuncio della partecipazione dei due capi di stato alla cerimonia di inaugurazione è stato il russo russo Jurij Ushakov, consigliere della presidenza e policy maker del Cremlino. I due, dice Ushakov, daranno il via alla “fornitura di gas naturale russo vero la Cina attraverso la ‘rotta orientale'”.

GLI ACCORDI

Dal maggio 2014, il gigante russo Gazprom – che a fine ottobre ha completato il riempimento del gasdotto – e la cinese Cnpc hanno firmato un accordo per strutturare questa fornitura. Si tratta di 38 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno andranno in Cina. La Repubblica popolare ha estremamente bisogno di materie prime energetiche per lanciare la propria rincorsa al tetto (non solo economico) del mondo. La Russia ha necessità di venderle, perché la sua mobilità economica statale è basata essenzialmente su gas, petrolio e altri beni energetici minori.

DURATA STRATEGICA

L’accordo ha una durata estremamente futuribile e strategica, 30 anni. Ossia progetta un’alleanza che sta già diventando un tema chiave della geopolitica globale e che attualmente è considerata l’elemento attorno cui potrebbe (o dovrebbe) ruotare la politica internazionale statunitense. I teorici dietro al pensiero di avvicinamento alla Russia, in parte rappresentati alla Casa Bianca dalle visioni del presidente Donald Trump, credono che gli Usa dovrebbero riallacciare i rapporti con con Mosca per evitare che scarrelli verso la Cina. Gli apparati (Congresso, intelligence, Pentagono, dipartimento di Stato) non si fidano.

POTENZE RIVALI

La Russia e la Cina sono inquadrate come “rival powers” nell’ultima National Security Strategy (redatta nel 2017). Tuttavia secondo alcuni analisti non è detto che le relazioni ora ottimali tra i due paesi in futuro non possano distanziarsi se non spezzarsi; secondo diversi studiosi si tratta di un rapporto d’interesse solo momentaneo destinato a infrangersi su campi di competizione reciproci.

 

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