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Lo Spazio si fa bipartisan. Il punto di Formentini (Lega) sull’accordo con il Kenya

La politica si compatta sullo Spazio. Dopo il Senato, la Camera ha approvato ieri, con il sostegno di tutte le forze politiche, la ratifica e l’esecuzione dell’accordo con il Kenya per mantenere il centro spaziale di Malindi, strategico per l’Italia e intitolato a Luigi Broglio, padre dello sviluppo spaziale del nostro Paese. Si tratta ha detto Paolo Formentini, vice presidente in quota Lega della Commissione Esteri di Montecitorio, “dell’unico centro spaziale italiano all’estero, un’eccellenza tecnologica di rilevanza anche strategica per il nostro Paese”.

IL CENTRO LUIGI BROGLIO

Creato nel 1964 a Malindi, il centro spaziale nacque nell’ambito del progetto San Marco, ideato dal professor Luigi Broglio dell’Università La Sapienza a cui resta intitolato. Oggi come allora, come ricordato da Formentini, rappresenta un sito ideale per il lancio e controllo di satelliti, vista la sua posizione lungo l’equatore e sulle coste dell’Oceano indiano. Si compone di due segmenti: marino con la piattaforma di lancio, e terrestre con il centro ricezione dati. Dal 1966 sono stati lanciati 23 satelliti, di cui quattro italiani, da aggiungere a numerose attività scientifiche per l’assistenza alle missioni spaziali di varie agenzie internazionali e all’acquisizione di dati satellitari.

GLI ACCORDI

Gestito prima dall’Università, dal 2004 il centro è passato sotto il controllo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Lo ha utilizzato anche l’Agenzia spaziale europea, nel quadro di un Protocollo trilaterale siglato nel 1995 con Italia e Kenya. Quello stesso protocollo è stato rinnovato nel 2015, in attesa della conclusione del negoziato tra i due Stati. Oggi, il funzionamento del centro è disciplinato da un accordo intergovernativo firmato nel 1995, che ne concedeva l’uso all’Italia fino al 2010 e oltre (con proroghe fino al 2016). La discussione in Parlamento riguarda dunque il nuovo accordo siglato tre anni fa e finalizzato a definire i termini e le condizioni relative all’utilizzo della base da parte dell’Asi.

LA POSIZIONE DELLA LEGA…

“La Lega – ha detto Formentini nella dichiarazione di voto – ritiene che il nostro Paese non possa rinunciare a esprimere una politica spaziale di alto profilo, non solo e non tanto per il prestigio che ne deriva, ma anche e soprattutto per le possibili ricadute scientifiche, industriali e tecnologiche per importanti settori della ricerca del nostro sistema produttivo”. E così, ha aggiunto, “consci che altre misure dovranno certamente seguire, specialmente sotto il profilo dello sfruttamento dei brevetti derivanti da attività di ricerca e sperimentazione condotte nello spazio, il rilancio del comparto aerospaziale nazionale non può certamente partire dalla rinuncia al centro Luigi Broglio”. Ciò riguarda, ha rimarcato il deputato leghista, di “un settore fondamentale per la nostra economica”, in cui “ogni investimento rende dalle quattro alle dieci volte la cifra investita”.

…PER UN TEMA BIPARTISTAN

Sulla stessa scia tutte le altre forze politiche, a partire dalla maggioranza, con le dichiarazioni di voto di Lia Quartapelle del Pd, di Erasmo Palazzotto di Leu e di Mirella Emiliozzi per il M5S. Quest’ultima ha ricordato che l’accordo rappresenta “il fulcro di una cooperazione spaziale allargata ai Paesi del Corno d’Africa, con importanti ricadute strategiche a carattere scientifico, tecnologico e programmatico”. Per Italia Viva è intervenuto Gennaro Migliore con un tributo a Luigi Broglio: “un ingegnere aerospaziale, il padre dell’aerospazio italiano” e “una figura straordinaria alla quale il nostro Paese deve tanto”. Gli ha fatto eco Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia: “È stato veramente un grande italiano che meriterebbe tante intitolazioni e di essere conosciuto nelle scuole, perché è stato un uomo di ricerca e di conoscenza di grande valore”. A ciò, ha notato Andrea Orsini di Forza Italia, si aggiunge il fattore geopolitico. L’accordo per mantenere il centro, ha detto, è “l’occasione per rafforzare la collaborazione tecnologica ed economica in un’area importante come non solo il Kenya, ma l’intero Corno d’Africa”.

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