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Gli Usa smentiscono la Cina. L’eliminazione dei dazi è solo propaganda

Ieri il Financial Times, attraverso fonti dal governo cinese, scriveva che Washington e Pechino avevano fatto un ulteriore passo avanti nella cosiddetta “trade war“. L’accordo sul commercio è in Fase 1, così la chiamano entrambi gli schieramenti, e questa avrebbe incluso anche l’eliminazione dei dazi reciproci aumentati nel corso di questi mesi di scontro. Almeno secondo i cinesi.

Oggi, Peter Navarro, direttore del National Trade Council della Casa Bianca, ha smentito tutto in diretta televisiva durante il programma di FOX Business “Louis Dobb Tonight”. Navarro, uno dei negoziatori statunitensi più falchi con la Cina, ha detto che senza sentirlo direttamente dal presidente Donald Trump non ci avrebbe mai creduto.

“Non c’è nessun accordo su questo, e l’unica persona che può decidere a proposito è il presidente Trump. È molto semplice”, ha spiegato. Da Washington arriva dunque una secca smentita rispetto a quanto uscito dal ministero del Commercio cinese, secondo cui – scriveva il FT e poi altri – l’eliminazione delle tariffe sarebbe avvenuta in più fasi.

Per il consigliere di Trump è un’operazione della propaganda cinese, “stanno cercando di negoziare in pubblico, vogliono provare a spingere in questa direzione, ma certe decisioni spettano solo al presidente”. Navarro ha aggiunto che il 15 dicembre “incombe”, ossia si sta avvicinando la data in cui gli Usa hanno previsto un nuovo aumento dei dazi. A meno che questa “Fase 1” non riceverà un’implementazione dal livello tecnico all’intesa politica.

Interessante che la portavoce della Casa Bianca ha invece dichiarato l’opposto, ossia che con il raggiungimento definitivo della Fase-1 dell’accordo una parte dell’aumento dei dazi verrà eliminato. Questioni che sono frutto anche delle divisioni interne all’amministrazione Usa — su cui la Cina cerca di far leva. Anche per questo Navarro stressa sul fatto che la decisione spetta al presidente.

C’è solo un motivo per cui i cinesi si lamentano della sanzioni, ha aggiunto l’alto funzionario americano: “Perché funzionano magnificamente”. Le sanzioni sono lo sfogo tecnico sul piano commerciale di un confronto che tra gli Stati Uniti e la Cina si sta configurando come l’elemento di polarizzazione globale del futuro. Tra i due Paesi è in corso una competizione tra potenze. La Cina, stando agli ultimi dati, ha avuto un rallentamento economico piuttosto consistente, anche legato all’aumento delle tariffazioni americane, che tuttavia hanno prodotto contraccolpi anche nel mercato interno.

 

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