Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

Da De Gasperi all’IA: come si scrive la storia. Lezioni di futuro
L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Così gli Usa addestrano gli alleati del Golfo per proteggerli dall’Iran

Gli Stati Uniti stanno addestrando i principali alleati del Golfo per proteggere le linee di navigazione che nei mesi scorsi sono state oggetto di vari incidenti (leggasi attacchi e sabotaggi). I giornalisti di diversi media internazionali sono potuti salire a bordo della  Rfa Cardigan Bay, unità anfibia inglese che partecipa al contingente creato da Washington per difendere quelle rotte nevralgiche da cui passa oltre il 40 per cento delle produzioni petrolifere mondiali.

Da maggio, ci sono stati diversi sabotaggi. Prima davanti all’hub emiratino di Fuajairah, poi lungo lo stretto di Hormuz, dove si sono verificati anche sequestri (riusciti o tentati) di petroliere. Non solo: l’aerea è quella in cui gli iraniani a giugno hanno abbattuto un velivolo senza pilota americano (colpevole di uno sconfinamento limitato) e la stessa in cui si affacciano i due impianti petroliferi sauditi colpiti a settembre dai ribelli Houthi dello Yemen attraverso armi fornite dall’Iran.

L’addestramento americano riguarda chiaramente un tema profondo, quello della deterrenza nei confronti della Repubblica islamica, che viene accusata da Washington di essere quanto meno mandante, se non esecutore diretto, dietro a questi che vengono definiti in maniera polite incidenti. Bahrein (sede della Quinta Flotta), Emirati Arabi, Arabia Saudita e Australia, oltre al Regno Unito sono i Paesi che partecipano all’addestramento iniziato il 21 ottobre. Tutti Paesi che hanno aderito alle richieste americane di partecipare a una coalizione per la sicurezza dell’area. A bordo della Cardigan Bay, secondo quanto riportato da AFP c’erano anche militari francesi.

“Uno dei principali motivi per cui siamo qui è costruire relazioni internazionali”, ha detto all’agenzia stampa francese il tenente di vascello della Us Navy Jonathan Phares. “Stiamo aumentando le nostre capacità di gestire le mine”, ha spiegato più tecnicamente invece il capitano che coordina il team di sminamento saudita. Quattro petroliere a giugno sono state danneggiate da mine magnetiche che, secondo un video diffuso dalla marina statunitense, erano state disposte da una squadra di incursori dei Pasdaran (Teheran ha sempre negato il coinvolgimento in queste vicende).

(Foto:  cusnc.navy.mil, un elicottero dei Marines Usa atterra su un ponte di un’unità anfibia)

 

×

Iscriviti alla newsletter

LE NOSTRE RIVISTE

formiche AirPress decode39 healthcarepolicy

SEGUICI SUI SOCIAL