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Boeing 737 Max, la soluzione non è così vicina. Il commento di Alegi

Il colosso aerospaziale americano Boeing ha annunciato che sospenderà a gennaio la produzione dell’aereo a corridoio singolo B737 MAX, a terra in tutto il mondo da marzo scorso, dopo i gravi incidenti avvenuti in Indonesia ed Etiopia, costati la vita a oltre 300 persone. Nel suo statement Boeing, che contava su una messa a terra non troppo lunga, ha spiegato che la decisione non comporterà licenziamenti e che gli addetti continueranno a lavorare al programma o saranno spostati su altri aerei commerciali.

400 AEREI PRONTI IN MAGAZZINO

“A seguito della messa a terra della flotta – spiega il costruttore americano -, abbiamo continuato a costruire nuovi aerei e adesso disponiamo di circa 400 aerei in magazzino. Per questo abbiamo deciso di dare la priorità alla consegna degli aerei già pronti e di sospendere temporaneamente la produzione di nuovi 737, a partire dal mese prossimo”. Di fatto a stabilire i tempi per il ritorno in servizio del velivolo saranno la statunitense FAA (Federal Aviation Administration) e gli altri enti regolatori. “Siamo impegnati a sostenere questo processo. E’ nostro dovere – afferma ancora Boeing – garantire che ogni requisito richiesto dagli enti regolatori preposti venga soddisfatto”.

IMPATTI SULLA SUPPLY CHAIN

“La decisione di fermare la produzione – dice ad Airpress Gregory Alegi, giornalista e storico dell’aviazione – è delicata, perché impatta su tutta la catena dei fornitori, che negli ultimi anni era stata chiamata ad aumentare le consegne, proprio per soddisfare la domanda di questa categoria di aerei a corridoio singolo”. Anche per questo motivo la ripresa potrebbe essere adesso lunga e lenta. Inoltre, spiega Alegi, “bisognerà vedere se lo stop è riferito agli aerei completi o anche alle singole componenti”, come le fusoliere prodotte da Spirit, prodotte a Wichita e poi inviate a Renton per l’integrazione con le ali costruite da Boeing.

INCERTEZZA SUI TEMPI

Per Boeing sospendere la produzione del MAX è una decisione meno drastica, rispetto a continuarla, sia per il mantenimento della produzione in un’ottica di lungo termine, sia per la salvaguardia della catena dei fornitori. “La nostra decisione – continua Boeing – è stata dettata da una serie di fattori, tra cui l’estensione della certificazione fino al 2020, l’incertezza sui tempi e le condizioni per il ritorno in servizio, a cui si aggiungono le approvazioni a livello globale relative all’addestramento. Continueremo a valutare i nostri progressi e di conseguenza decideremo le modalità per la ripresa di produzione e consegne”. “La sospensione della produzione del MAX – aggiunge Gregory Alegi – indica chiaramente che la soluzione del problema non è così vicina come Boeing pensava all’inizio”. Nel mirino l’impossibilità da parte dei piloti di disattivare in caso di malfunzionamento il sistema di pilotaggio automatico MCAS, che corregge automaticamente l’angolo di volo dell’aeromobile.

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