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Altro che Mes, ecco il vero guaio dell’Europa. Parla Cipolletta

Il Mes non è il male dell’Europa. Innocenzo Cipolletta, presidente di Assonime, economista con un passato in Confindustria, mette subito in chiaro un concetto quando gli si chiede un parere sul terremoto che ha colpito in questi giorni il governo giallorosso, in seguito all’attacco portato avanti da Lega e Fratelli d’Italia: del Mes non c’è da aver paura, quello che bisogna davvero combattere è un’Europa che fa figli e figliastri.

Cipolletta, dobbiamo preoccuparci del Mes e della sua riforma?

No. Il Mes è uno strumento accettabile in un sistema europeo, si prestano soldi a certe condizioni, augurandosi che non serva. Punto. Quello che non va è che in Europa vige ancora la legge che ognuno deve pensare a se stesso. Per questo alla fine, un Meccanismo come quello in questione ha una sfera di azione piuttosto limitata in quanto ogni Paese si salva più da solo più che con l’aiuto degli altri, ovvero col Mes. Purtroppo l’Europa non è un contesto dove ci si aiuta e soccorre a vicenda e questo credo ci debba fare stare tranquilli sul Mes.

Dunque Mes o no, alla fine ognuno per la sua strada…

Esattamente così. Non bisogna preoccuparsi del Mes, semmai della necessità di avere un’Europa integrata che oggi non esiste. Come ho detto, gli aiuti che arriverebbero dal Meccanismo di stabilità, sarebbero assolutamente limitati con la conseguenza che il Paese destinatario alla fine si ritroverebbe ugualmente a salvarsi da solo. Non capisco come ci si possa allarmare di questo strumento e non del fatto che c’è un’Europa a due velocità. Il Mes non fa altro che ribadire un concetto: se un Paese ha bisogno di un prestito deve accettare certe condizioni, non le pare una banalità? Trovo più grave assistere oggi a un’Europa di serie A e una di serie B, un’Europa indebitata e una che non lo è.

Anche se tra le condizioni ci fosse quella famosa ristrutturazione del debito?

Certo che no. Se io fossi al governo in Italia farei di tutto per evitare un prestito dal Mes a queste condizioni. Non le accetterei mai. Una ristrutturazione del debito farebbe crollare il nostro Paese. I mercati percepirebbero un rischio di insolvenza e per noi sarebbe la fine e forse anche per l’Ue stessa. Però non andiamo troppo in là, la ristrutturazione del debito non è nemmeno scritta nel Mes…

Si spieghi…

Il rischio di una ristrutturazione del nostro debito è nel fatto di averlo reso così pesante, così mostruoso: è ovvio che quando hai un debito troppo alto il rischio di una sua ristrutturazione aumenta. Ma ad oggi non vedo queste condizioni, il nostro debito è sostenibile, il Paese è forte e dunque non esiste nemmeno il rischio di una ristrutturazione in cambio degli aiuti del Mes. Il resto sono chiacchiere.

Cipolletta, al Mes può accedere solo chi ha i conti in ordine. Le sembra giusto?

Semplicemente si prestano soldi a chi è poi in grado di restituirli. Scusi ma se lei deve prestare dei soldi a un amico in situazione disperata mica glieli presta, magari non li rivede più. Allora semmai glieli regala.

Dunque, tirando le fila, gli attacchi al governo sul Mes sono poco sensati?

Esatto, non lo sono. Anzi esaltano preoccupazioni sul nostro debito e la sua sostenibilità che non hanno motivo di essere. Il problema è che a forza di dirlo qualcuno ci crederà.

Da dove dovrebbe partire un’Europa più giusta, equa?

Tanto per cominciare da un bilancio pubblico e condiviso, che possa garantire ai cittadini alcuni servizi standard. In questo modo l’Europa potrebbe essere percepita come un bene comune. Oggi gli Stati fanno tutto o quasi e all’Ue spettano compiti residuali. Ecco, bisognerebbe fare esattamente il contrario, far fare all’Ue il grosso del lavoro e lasciare agli Stati il resto.

Il governo scricchiola pesantemente, pare…

La sensazione è quella, ma questo non vuol dire che non arrivi alla fine della legislatura. Mi chiedo però come arrivare alla fine di un percorso scricchiolando sempre…

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