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Ecco perché la risoluzione di maggioranza sul Mes non piacerà a Bruxelles

Sarà più complicato del previsto il compito affidato al premier Giuseppe Conte e, soprattutto, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. L’intesa raggiunta nella maggioranza sulla risoluzione (per ora in bozza) vincola il governo a trattare con i partner europei la riforma del Mes (il Meccanismo europeo di stabilità, conosciuto come Fondo Salva-Stati) legandosi ad una strettissima logica di pacchetto.

In sintesi, oltre alla riforma del cosiddetto Salva Stati, il Consiglio europeo del 13 dicembre e quelli successivi dovranno mettere mano agli altri due capitoli della riforma dell’Eurozona: il bilancio Ue per la convergenza e la competitività (Bicc) e lo schema di assicurazione comune dei conti correnti, e portare a termine l’insieme delle misure. Il governo in Europa – si legge nella risoluzione – dovrà “Mantenere la logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici”.

Quindi l’Italia dovrà pretendere passi in avanti su tutti i temi centrali nella nuova governance europea durante ogni passaggio della trattativa. Sono temi sui quali ancora non c’è accordo nell’Unione a differenza della riforma del Mes che i partner Ue e la Commissione europea considerano già chiusa. La bozza della risoluzione di maggioranza impegna come previsto il governo a evitare la stretta sui titoli di Stato detenuti dalle banche e “qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico”.

Ma a sorpresa introduce anche altri paletti che piaceranno poco a Bruxelles. Intanto il governo dovrà riportare al centro un vecchio tema che almeno fino ad oggi è stato un tabù per la Germania e I paesi del Nord: “Un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset – ad esempio eurobond)”. Poi la risoluzione impegna il governo a coinvolgere il Parlamento non solo in “tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell’unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del Mes”, ma anche “in una eventuale richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità”. Esattamente il contrario di quello che vuole l’Ue, cioè procedure Salva Stati più veloci e me o dipendenti dalla politica.

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