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L’economia (in crisi) della Corea del Nord. Numeri, misteri e qualche eccesso

La Corea del Nord aveva promesso un regalo di Natale per Donald Trump. In vista dello stallo nei negoziati con il regime di Kim Jong-un, tutti i dispositivi di sicurezza degli Stati Uniti si erano attivati in caso di prove missilistiche. “Ma forse il regalo che ci invierà – aveva detto ottimista il presidente americano – è un bel vaso e non prove di missili”. Comunque, il capo della Casa Bianca ha ribadito di essere pronto per dare una pronta risposta a qualsiasi gesto.

Il consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense, Robert O’Brien, ha dichiarato al programma settimanale This Week dell’emittente Abc che gli Usa sono pronti a prendere misure se la Corea del Nord invia il famoso “regalo di Natale”: “Se Kim Jong-un adotta quest’atteggiamento, saremo straordinariamente delusi ed esprimeremo questa delusione”.

Gli americani hanno seguito con interesse l’incontro del vertice del Partito dei Lavoratori, al potere in Corea del Nord; una riunione straordinaria per fare fronte alle “molteplici e dure prove e difficoltà” dei nordcoreani in questo momento. Si aspettavano annunci sui cambiamenti nella linea politica nazionale e internazionale, ma invece è arrivata un inaspettato riconoscimento.

Kim Jong-un ha ammesso che la Corea del Nord attraversa “una grave situazione economica”, spiegando che è giunto il momento di dare “una svolta decisiva” allo sviluppo economico del Paese.

La Corea del Nord è uno dei Paesi più ermetici al mondo. Sebbene si sappia delle difficoltà economiche che le sanzioni e le politiche di isolamento del regime hanno provocato, non ci sono dati ufficiali sulla situazione.

Secondo Business Insider, si sa che nel Paese asiatico un lavoratore guadagna meno di 2000 dollari all’anno e che gli abitanti pagano fino a 17.000 dollari per potere scappare. Il quotidiano The Washington Post ricorda che nel 2012 le tariffe erano più basse, tra 2000 e 3000 dollari, mentre nel 2000 soltanto 45 dollari, secondo alcune ong.

Un report del Global Hunger Index sostiene che nel 2018 la percentuale di nordcoreani che soffrono di denutrizione è di 43,4%, mentre nel 2000 era del 37,5%.

Un totale paradosso, giacché nel sottosuolo nordcoreano ci sarebbero risorse minerarie per miliardi di dollari. Il sito Quartz sostiene che il Paese conta su giacimenti di ferro, oro, zinco, rame e grafite (tutti minerali fondamentali per la produzione di smartphone) per circa 10 trilioni di dollari. Quartz spiega anche che il regime nordcoreano gestisce le sue miniere in maniera inefficace.

Nonostante pochi cittadini abbiano accesso a internet, gli hackers della Corea del Nord hanno rubato più di 670 milioni di dollari, secondo un report del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Per esempio, c’è stato un colpo contro la Banca Centrale del Bangladesh per 81 milioni di dollari e un altro alla Cosmos Bank in India per 13,5 milioni di dollari.

Tuttavia, la grave crisi economica della Corea del Nord non impedisce ai suoi leader di mantener una vita piena di lussi (qui l’articolo di Formiche.net sulla Dolce vita di Kim Jong-un). Ma non è stato solo lui. Il predecessore di Kim Jong-un, il leader Kim Jong-Il, spendeva 800.000 dollari all’anno solo in cognac, secondo US News & World Report. Il suo preferito era della marca Hennessy. Il fabbricante ha confermato che durante gli anni ’90, il leader nordcoreano è stato il suo principale cliente.

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