Una linea verticale per connettere la Lituania all’Egeo, intrecciandosi alla rete transeuropea di trasporto (TEN-T). Un asse che completerà le marcature orizzontali esistenti, creando un unico spazio da Costantinopoli a Kiev, da Danzica ai Balcani occidentali. Ecco la Via Carpatia, il nuovo corridoio che tiene banco tra Usa, Nato e Mosca, su cui Washington si è mossa in netto anticipo “ipotecando” il delta di questo flusso di merci, interessi ed equilibri.
VIA CARPATIA
La Via Carpatia è un progetto di “importanza strutturale” che connetterà Klaipeda (porto della Lituania) con Salonicco, attraverso i Paesi dell’Europa orientale e dei Balcani orientali, con la prospettiva di unirsi alla rete transeuropea di trasporto. Il progetto si basa sul modello secolare di interconnessione commerciale, culturale e politica ma soprattutto geopolitica. E gli Usa con la presenza al porto di Alexandroupoli puntano a svolgere un ruolo di raccordo.
L’infrastruttura internazionale potrà rappresentare una svolta per l’area del sud-est europeo, in grado di rilanciare il panorama dei trasporti come via alternativa agli attuali assi di congestione del traffico, consentendo un più rapido link tra i Paesi coinvolti.
DOVE PASSA
La Polonia ha dato avvio ai lavori di costruzione nelle province di Lubelskie e Podkarpackie, mentre Mota Engil Central Europe è stata scelta come appaltatore. L’intero progetto è suddiviso in dodici sezioni, sei in ciascuna regione. I contratti sono stati firmati nell’autunno 2017 e nel dicembre 2018. Le prime tratte saranno ultimate a metà del 2021, anche con l’obiettivo verosimile di controbilanciare l’invasività cinese proprio sul costone balcanico tramite la Belt and Road Initiative.
Risale all’ottobre 2017 la firma del primo memorandum tra Polonia e Ucraina per un progetto definito da più parti “chiave per i Paesi dell’Europa centrale e orientale”, dal momento che la nuova via si distenderà tra una rete di strade, linee ferroviarie, vie navigabili interne, porti marittimi e aeroporti in tutta l’Unione europea.
GEOPOLITICA
Non solo merci e popoli transiteranno dalla Via Carpatia. È di tutta evidenza come il vettore potrà rafforzare interlocuzioni, dialoghi e rapporti internazionali, oltre a farsi portatore di interessi ed equilibri in ottica geopolitica. Il porto di Alexandroupoli si candida, assieme a quello di Salonicco, ad essere la porta di accesso al Mediterraneo per quei flussi provenienti dalla tratta ideale Lituania-Grecia (con tutte le implicazioni connesse) attraversando quei Paesi in cui l’alleanza atlantica mantiene truppe significative, ovvero Lettonia, Estonia, Lituania e Romania. Sul primo c’è già la longa manus degli Usa, con anche prospettive di sicurezza e sviluppo economico che di fatto sono al centro dell’hub che ha mutato il proprio ruolo, diventando snodo per i movimenti militari statunitensi.
Lo dimostra una volta di più l’arrivo della nave Green Ridge, con oltre 800 veicoli e attrezzature per le esercitazioni Nato “Sabre Guardian” e “Decisive Strike” in programma in Romania e Paesi baltici. Su quello di Salonicco invece il discorso è diverso e più ampio.
SALONICCO
La cessione del 67% dell’autorità portuale di Salonicco (Olth) dopo tre anni di trattative è stata conclusa a favore di Terminal Link, Deutsche Invest Equity Partners e Belterra Investments, che lo avranno in concessione per 34 anni al costo di 1,1 miliardi di euro. Terminal Link è una sussidiaria di Cma Cgm, una delle maggiori società al mondo nel settore della navigazione. Di base a Marsiglia, dal 2004 è ospitata in una torre che è presto divenuta uno status mondiale grazie al progetto realizzato dall’architetto britannico di origine irachena Zaha Hadid, ed è presente in oltre 160 paesi attraverso la sua rete di oltre 600 agenzie, con più di 29mila dipendenti in tutto il mondo. Il resto del consorzio aggiudicatore è formato dalla tedesca Deutsche Invest Equity Partners e dalla Belterra Investment con sede a Cipro, di proprietà dell’oligarca ellino-russo Ivan Savvides. Facoltoso georgiano (ma originario di un villaggio greco) è indicato come il 30° uomo russo più ricco del mondo ed è inoltre il presidente della Federazione delle Comunità greche della Russia, oltre che già membro del partito politico Russia Unita. Vanta un’amicizia personale con Vladimir Putin.
Anche per questa ragione gli Usa, in un sorta di nuovo risiko infrastrutturale, hanno già avviato le procedure per la privatizzazione dell’importante porto greco di Alexandroupoli con l’aspettativa di bloccare l’azione russa nel Mar Nero e nell’Egeo.
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