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Le sorti del governo si decideranno a sinistra

Da quando è nato il Conte bis tutti guardano costantemente in casa 5S per capire “che aria tira”, ma forse è il caso di dare un’occhiata anche al lato Pd dove, tutto sommato, sono accaduti fatti ancor più rilevanti.
Lo fa oggi, con il consueto acume, Alessandro Campi su Il Messaggero, evidenziando un fatto politico di primaria grandezza così riassumibile: in tre mesi dalla formazione del governo il Pd ha visto nascere due nuovi soggetti politici alla sua destra (diciamo così per capirci), cioè Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda ed uno alla sua sinistra, cioè il movimento delle Sardine che a giorni darà vita alla sua prima manifestazione a livello nazionale.

Cosa vuol dire tutto questo e quali conseguenze si porta dietro? È un segno di vivacità oppure un fenomeno di disgregazione? Rafforza o indebolisce il secondo governo Conte?

La risposta a queste tre domande è, a mio avviso, legata essenzialmente al fattore tempo, che in politica non è mai neutrale. Mi spiego meglio: l’articolazione più vasta della sinistra italiana è nel breve periodo fattore non negativo per gli equilibri di maggioranza. Anzi aiuta, perché consente a Renzi di sostenere il governo senza stare dentro il Pd (cosa ormai da tempo ingestibile), perché consente a Calenda di contestare il governo senza stare dentro il Pd (e quindi evitando di creare imbarazzi continui) e perché consente alle Sardine di vivere la loro fase movimentista occupandosi di Salvini e non dell’esecutivo.

Insomma oggi come oggi la situazione è gestibile per Palazzo Chigi, al punto che il premier si sente dignitosamente forte da annunciare per gennaio una verifica di governo per gettare le basi programmatiche degli anni a venire.

Se però volgiamo lo sguardo più avanti ecco che lo scenario potrebbe mutare (e non poco). È infatti assai probabile che questa articolazione (in grado peraltro di complicarsi ulteriormente) finisca per assumere toni assai meno concilianti con l’esecutivo, non fosse altro per l’esigenza (politicamente ineludibile) di trovare una propria identità.

In sostanza è verosimile che Renzi decida di accentuare le sue critiche così come che le Sardine inizino a manifestare insofferenza verso il governo, mentre Calenda potrebbe veder crescere il suo ruolo all’insegna dell’”io l’avevo detto”. Il tutto sulle spalle del Pd di Zingaretti, sottoposto così ad una pressione difficilmente sostenibile (da cui le parole sempre più esplicite di Goffredo Bettini).

Un ultimo elemento, tratto dalla decennale storia politica d’Italia: coalizioni molto articolate (come quella del Conte bis) tendono a sistemare le tensioni generando crisi di governo e nuovi esecutivi, più che mandare a monte le legislature (però qualche volta è successo).
Lo sa bene il “democristiano” Conte, che cerca di anticipare tutti con l’iniziativa di gennaio.

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