La ricetta scelta dal premier Kyrialos Mitrsotakis per fare ripartire la Grecia non assomiglia affatto a quella che varie istituzioni internazionali – dall’Ocse all’Fmi fino alla Commissione europea – suggeriscono all’Italia. In sintesi, aumentare l’imposizione fiscale sulla casa e abbattere la pressione fiscale sul lavoro. Il governo di Atene, guidato dai moderati di Nuova Democrazia, ha deciso di ripartire da sconti fiscali alle imprese, ma anche da un robusto taglio alle imposte che gravano sugli o immobili. In particolare una riduzione della tassa annuale sulle proprietà immobiliari (Enfia) del 22% in media a partire da agosto.
Decisione formalizzata con un decreto legge con un anno di anticipo rispetto agli annunci. A regime, tra un anno, la riduzione della tassa sulla casa sarà del 30 per cento. Per il momento la le riduzione delle aliquote sarà differenziata: massima, al 30% per le piccole proprietà con valore fino a 60 mila euro, del 27% fino a 70 mila, 25% fino a 80 mila, 20% fino a un milione e 10% per le proprietà di valore maggiore. Con la benedizione di Bruxelles.
Un progetto per fare riprendere il Paese dalla crisi e dagli effetti dell’austerity che parte dal mattone come leva “per creare lavoro e sviluppo economico”, ha commentato Stratos Paradias presidente di Pomida, l’associazione dei proprietari immobiliari della Grecia e presidente dell’Uipi, unione internazionale dei proprietari immobiliari alla quale aderisce la Confedilizia italiana.
È già possibile valutare i risultati della cale sul mattone?
È troppo tardi ma il clima dell’economia è migliorato significativamente. Tutto il Sud Europa è popolato da proprietari immobiliari e ridurre una tassa sulle proprietà è un segnale di ottimismo. I prezzi delle proprietà e degli affitti hanno recuperato parte delle loro perdite accumulate negli anni della crisi. L’interesse delle famiglie e degli investitori, soprattutto internazionali, sulla proprietà immobiliare sta tornando. La strada da percorrere è lunga ma è un inizio.
Pensa che ridurre le tasse sugli immobili sia giusto anche per paesi con un alto debito come la Grecia o l’Italia?
È più che giusto, saggio ed efficace. Per pagare gli interessi su un alto debito hai bisogno di e frate fiscali che vengano da attività economiche in salute come redditi e transazioni. Durante gli anni della crisi le entrate da tasse sull’immobiliare erano calate del 60% e le costruzioni si erano ridotte al 5%. Quindi l’unico modo per fare crescere le entrate divenne tassare le proprietà immobiliari a un livello insopportabile, con una tassazione doppia per gli immobili di città che ne devastò il valore. Nel 2019 abbiamo avuto almeno 200 mila rinunce all’eredità da parte di eredi che non potevano permettersi di pagare le imposte su case di famiglia
L’Unione europea ha acconsentito al taglio delle tasse sugli immobili?
Si perché avrebbe spinto l’economia senza mettere a rischio il surplus di bilancio nei conti dello Stato.
Ci sono altre misure prese dal governo greco a favore delle costruzioni e della proprietà? Pensa che misure simili potrebbero essere utili anche in Italia?
Il governo greco ha anche sospeso l’imposta sul valore aggiunto è l’imposta di avviamento sulla vendita di immobili nuovi edifici fino alla fine del 2022 e ha previsto il rimborso del 40% del vostro delle ristrutturazioni. Queste misure sostengono il settore delle costruzioni e anche le finanze pubbliche. L’Italia lo ha fatto anni fa trasformando l’immagine delle città. Perché non ripetere?