Il signore della guerra della Cirenaica, Khalifa Haftar, ha lanciato l’ennesima “ora zero” della sua offensiva per conquistare Tripoli. La prima volta lo disse quando la campagna è stata lanciata, il 4 aprile.
Alcuni osservatori fanno notare che nel video propagandistico diffuso oggi, Haftar è vestito in uniforme estiva: questo potrebbe indicare che si tratti di una registrazione di qualche mese fa. Dal campo in effetti la dichiarazione viene definita “niente di sostanziale”. Tuttavia in Libia l’escalation della guerra è un rischio reale, adesso reso ancor più elevato dalla presenza rafforzata di attori esterni.
Sul fronte haftariano, dove gli emiratini giocano da sempre un ruolo centrale (forniscono militari, contractor e supporto aereo), si sono aggiunti mercenari russi inviati da una società molto vicina al Cremlino.
Sull’altro, quello di chi difende Tripoli, la Turchia sta aumentando il coinvolgimento: truppe d’élite sono sul campo in modo informale, ma Ankara ha anche ammesso di essere pronta a inviare altre unità in forma ufficiale.
I combattimenti sono in stallo da mesi. Non ci sono sostanziali avanzate, ma l’aiuto dall’esterno potrebbe cambiare l’inerzia dei combattimenti. Il rischio, evidente, è l’aumento delle vittime civili, sebbene Haftar abbia dichiarato nel suo discorso pubblico di aver ordinato ai suoi miliziani di salvaguardare i cittadini non combattenti.