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Hammamet, a gennaio andrò a vedere il film su Bettino Craxi

Si torna a parlare di Bettino Craxi. Oggi del film che racconta degli ultimi mesi della sua vita. Fino a ieri della ennesima polemica sul fatto di intitolargli,o meno, una strada. “Sì a un dibattito sulla figura di Bettino Craxi nel ventennale della morte, che cade il prossimo gennaio. No a intitolare una via al leader socialista”. Questa la posizione di Giuseppe Sala, sindaco di Milano.

Il 19 gennaio ricorre il ventennale della morte ad  dell’ex segretario del Psi ed ex presidente del Consiglio. Nella località tunisina gli verranno intitolati un giardino ai piedi della Medina ed un viale cittadino.

I figli, Stefania e Bobo sono insorti. La prima è stata esplicita sul “Corriere della Sera”: “Il sindaco Sala dice che una via a Craxi riaprirebbe contrapposizioni. È vero. Ma solo a sinistra. Nella sua maggioranza. Non altrove. Quindi basta ipocrisie”. Il secondo, rammaricato sul settimanale “Sette” : “Non amo la toponomastica politica. Milano faccia un gesto, non se ne pentirà. Ricordo Renzi, sindaco di Firenze, che disse no. Ma era molto giovane, aveva il babbo demitiano… Poi da premier scoprì la statura internazionale di mio padre e ne riparlammo”.

Rispetto all’appuntamento di Hammamet Stefania Craxi ha invitato ad esserci: “Faccio un appello a tutti i leader politici. Venite a Hammamet fra il 17 e il 19. Tutti, nessuno escluso. Sarà l’occasione per una pluralità di risposte, a questi interrogativi che ancora ci si pone”. Bobo Craxi, invece, meno ecumenico: “Quando sento che Salvini forse sarà ad Hammamet, mi sembra inopportuno: questi sovranisti di oggi, sono gli stessi che ieri esibivano il cappio in Parlamento. Quanto alla sinistra ex comunista, non vuole proprio fare i conti con lui”.

I due fratelli, comunque, hanno dato un giudizio abbastanza positivo di “Hammamet” il nuovo film di Gianni Amelio che arriverà al cinema il prossimo 9 gennaio. La storia si concentra sugli ultimi sei mesi di vita di un dei leader , interpretato da Pierfrancesco Favino, e mostra il ritratto intimo di un uomo che lotta per un’ideale e fatica a mantenere il potere tra le sue mani.

Ha detto Stefania Craxi in un’intervista all’agenzia di stampa Adnkronos: “Hanno fatto davvero un buon lavoro, ma più che nella somiglianza io confido nel fatto che Favino, grande attore e persona sensibile, abbia colto l’animo di Craxi, un uomo buono colpito da una grande ingiustizia. Favino? È un grande attore. Amelio un grandissimo regista. Speriamo che venga una buona cosa che renda giustizia a Craxi, un uomo che ha dedicato la vita al bene del suo Paese”. Ha sostenuto Bobo Craxi, sempre su “Sette”: “Ero ad Hammamet. Al piano terra giravano il film. Sono sceso. C’era il nostro vecchio Amida commosso: dopo anni, rivedeva Craxi muoversi per le stanze… Allora ho stretto la mano a Pierfrancesco Favino, il protagonista, il mio “papino”. Identico. Impressionante. La grande metafora del potere che finisce nella polvere. Il dramma d’un uomo sconfitto e in cattività. La storia di mio padre non si può assorbire in due ore di cinema, ma la sceneggiatura tocca il cuore. Anche se non combacia con la realtà. Diciamo che Gianni Amelio s’è preso qualche licenza poetica. Per esempio su mia sorella: Stefania ebbe una forma di rimorso, per essere stata lontana in quegli anni, ma capisco che nel racconto il rapporto padre-figlia funzioni meglio…».

Chi scrive è andato a rendere omaggio su quella tomba rivolta al mare nel cimitero di Hammamet a pochi giorni dalla scomparsa del leader socialista. Non c’era ancora la lapide bianca. Bettino Craxi era morto alle 17.00 del 19 gennaio del 2000 nella sua casa tunisina, dove si era rifugiato dal 1994, lasciando per sempre l’Italia. Il 24 febbraio avrebbe compiuto 66 anni. Ricordo quel giorno sospeso tra fine inverno ed inizio primavera: il pensiero a ciò ch’era stato quell’uomo all’apice del potere e a com’era finita. Le sue prime immagini in bianco e nero le avevo viste da bambino alla Tv in casa dei nonni: quel politico che usciva dal grande albergo del Midas tra Francesco De Martino e Pietro Nenni. Poi, più grande, avevo seguito il ruolo del Partito Socialista sempre più imponente, fino all’incarico a Bettino Craxi di formare il governo da parte del Presidente Sandro Pertini, socialista pure lui. Infine, dopo quasi cinque anni a Palazzo Chigi, un altro lustro era trascorso con governi diversi fino a scoprire l’avvento della stagione denominata “Mani pulite”. La fine politica di un sistema che gli addetti ai lavori hanno definito “Prima Repubblica”. Ad Hammamet in quel mese di febbraio del 2000 ebbi la netta consapevolezza della fine dell’esistenza fisica di quello che era stato “un grande amico” per un noto leader sindacale che mi era accanto. Oggi mi piacerebbe che a Milano fosse intitolata una via a Bettino Craxi e mi piacerebbe vedere il film su di lui che uscirà il prossimo mese. Non sarò ad Hammamet il prossimo 19 gennaio, ma ricorderò ancora una volta quel giorno in cui sono stato in quel cimitero cattolico che guardava il mare. Solo più in là c’è l’Italia.


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