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Tutto ciò che salvaguarda le coscienze è positivo. Parla mons. Negri

Nel giorno del suo 83esimo compleanno, il pontefice ha deciso di lanciare un segnale che è destinato a lasciare un marchio profondo nella Chiesa cattolica contemporanea e non solo.

Nei fatti, la decisione di Bergoglio di abolire il segreto d’ufficio sui processi vaticani per pedofilia, inaugura una nuova stagione di tolleranza zero su una delle problematiche che in assoluto ha gettato un’ombra sull’istituzione millenaria che, mai come in questo periodo, è lacerata da divisioni intestine.

Ovviamente è ragionevole pensare che la decisione del titolare del ministero petrino sia finalizzata a colpire i casi in cui si profilino abusi. Questa decisione comporterà, da un lato la possibilità di conoscere, da parte delle vittime, quali sanzioni i tribunali ecclesiastici hanno assunto nei confronti di membri del clero denunciati e coinvolti in indagini vaticane. In più, i tribunali ordinari, fuori dalle sacre mura vaticane, potranno avere accesso ai documenti processuali appunto.

L’arcivescovo emerito della diocesi di Ferrara e Comacchio, Luigi Negri, da sempre voce fuori dal coro e pensatore raffinato, vicino alle istanze conservatrici della Chiesa, sottolinea la “buona direzione” nella quale si muove questa decisione pontificia.

“In questo polverone legato agli scandali della pedofilia all’interno della Chiesa e che l’ha gettata sotto una pessima luce anche rispetto all’opinione pubblica – dice Negri – tutto ciò che può salvaguardare le coscienze è positivo”. Non manca nelle parole di Negri un invito alla moderazione, alla sobrietà. Elementi che “si contrappongono al momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato dalla violenza, su tutti i piani, a partire da quello verbale”. Violenza che è sempre “foriera di negatività e sofferenze”.

Di qui l’invito a muoversi nell’alveo della “serietà e della moderazione”. Moderazione dunque anche accostandosi al tema del secreta continere, che imporrebbe il più assoluto riserbo a tutti gli ecclesiastici su materiale di particolare rilevanza. Un silenzio che, forse, per la prima volta, si farà voce. Chiarezza, verità. In particolare squarcerà quel velo di severo riserbo a cui erano sottoposti alcuni documenti pontifici, le denunce e i documenti processuali sugli abusi custoditi in Vaticano e nelle diocesi e gli atti della Congregazione della dottrina. Nella speranza, conclude Negri citando papa Giovanni Paolo II, “che possa arrivare il momento di liberare centinaia di migliaia di persone che aspettano di essere liberate dai loro liberatori”.

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