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Ecco come Teheran soffoca le proteste

Il governo iraniano ha imposto nuovamente il blocco di Internet in numerose aree del Paese. La misura serve a impedire la diffusione sui social di messaggi e filmati commemorativi delle vittime della repressione con cui sono state soffocate le proteste dell’ultimo mese.

Il ministero per l’Informazione e la Tecnologia iraniano spiega con una nota che “le limitazioni riguardano il traffico internazionale sulle linee telefoniche mobili” ed esclude quello “interno”, lasciando intendere che l’accesso è garantito solo per i siti iraniani.

Già durante le proteste, tra le prime azioni per impedire la diffusione di informazioni riguardo le proteste, la Guida suprema, Ali Khamenei, aveva imposto la chiusura di Internet. Era un modo per non far arrivare al mondo l’intensità della repressione.

In questi giorni la Reuters ha diffuso un’inchiesta in cui ha ricostruito che almeno 1500 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza iraniane guidate dai Pasdaran. Il governo di Teheran ha negato tutto, ma già due settimane fa il delegato della Casa Bianca per l’Iran aveva parlato di oltre mille morti, sulla base delle informazioni di intelligence raccolte dagli Usa.

 

 



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