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Tutte le reazioni (anche italiane) dopo le provocazioni turche a Cipro

Il “neo ottomanesimo” del gas inaugurato da Erdogan potrebbe portare a nuove tensioni nel Mediterraneo orientale? E i l tentativo turco di intrecciare l’energia con scacchieri complicatissimi come Libia e Siria come verrà controbilanciato in un frangente in cui Trump ha già manifestato un non velato disinteresse per le sorti di Tripoli?

LA PARTITA DEL GAS

Sta mutando rapidamente la reattività dei players coinvolti nella partita sull’energia nel Mediterraneo orientale. Se in occasione della prepotenza turca che nel febbraio 2018 aveva impedito a una nave da ricerca dell’Eni di effettuare attività esplorative a largo di Cipro la risposta era stata diplomatica, nelle ultime settimane il tenore è cambiato, anche perché investe una fittissima rete di relazioni ed equilibri che toccano una serie di ambiti di influenze connesse al gas, come Libia e Siria.

Nicosia lo scorso 29 luglio ha autorizzato ENI e Total ad esplorare il blocco sette della zona economica esclusiva (Zee) di Cipro e ha approvato altre nove operazioni di perforazione all’interno della Zee fino al 2021. Da quel momento le intemperanze di Ankara si sono moltiplicate, fino all’attuazione delle trivellazioni illegali a Cipro da parte della nave Yavuz.

Come osservato su queste colonne lo scorso 12 ottobre, Roma e Parigi hanno da tempo deciso di mostrare i muscoli alla Turchia con due fregate. Il motivo risiede nel fatto che la risposta “minima” dell’Ue, ovvero le sanzioni contro Ankara, sono giustificate dal fatto che la Turchia mette in atto costantemente e reiteratamente un comportamento “provocatorio e offensivo” come lo ha definito il ministro della Difesa greco Nikos Panagiotopoulos. Ma al di là delle carte bollate si era reso necessario un messaggio di altro genere.

ALLARME A CIPRO

Sempre in ottobre Cipro, membro dell’Ue, aveva accusato ufficialmente la Turchia di aver sfidato il blocco inviando un’altra nave da perforazione per operare nelle sue acque in quella che ha definito una “grave escalation”. Secondo quanto osservato più volte dal portavoce del governo cipriota, Prodromos Prodromou, la Turchia ha inviato la nave da perforazione Yavuz all’interno del blocco 7 della sua zona economica esclusiva, zona concessa in licenza a Eni e al totale della Francia in un accordo firmato il mese scorso. Secondo il governo di Cipro l’area in cui opera la nave turca è chiaramente definita dal diritto internazionale come acque territoriali cipriote.

QUI UE

L’Unione Europea ha deciso di scendere in campo al fianco di Atene e Nicosia, seguita anche da Berlino che chiede a Turchia e Libia di rispettare la sovranità e la sovranità di tutti gli stati membri e seguire la delimitazione delle aree marittime conformemente al diritto internazionale applicabile.

“Esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti della Grecia e di Cipro. La nostra posizione è chiara: le delimitazioni marittime devono essere fatte – e questo vale anche per il Mediterraneo – in conformità con l’attuale legislazione marittima internazionale e in particolare con il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte, gli Stati offshore sono la parola giusta”.

QUI ROMA

La differenza rispetto al recente passato è di percezione anche da parte del Governo, che per bocca del premier Conte ha indicato la postura italiana sul punto. L’agenda del vertice dell’Unione europea, che inizia domani a Bruxelles, è stata indicata dal premier in Parlamento proprio per sottolineare la strategicità del dossier.

Conte ha detto che il dibattito e le conclusioni del Consiglio europeo, su richiesta di uno Stato membro, possono sollevare la questione del rispetto turco della sovranità e dei diritti sovrani nella Zee di tutti i suoi paesi vicini. “L’Italia, ovviamente, continua a concordare con il sostegno europeo a Cipro e come conseguenza dei due memorandum che, come sappiamo, sono stati firmati dalla Turchia con il governo dell’Accordo nazionale libico nei settori della sicurezza e delimitazione delle rispettive Zee. È importante che il Consiglio europeo ribadisca il proprio sostegno agli Stati membri dell’Unione che si trovano nelle acque del Mediterraneo orientale, nonché un riferimento al pieno rispetto del diritto internazionale. ”

twitter@FDepalo

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