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Occidente in crisi. Ecco come Trump, Russia e Cina schiacciano l’Europa

Non ci sono più gli Occidenti di una volta, si potrebbe dire banalizzando la confusione globale, le crisi e i diversi “punti di vista” di Stati Uniti, Russia e Cina. E l’Europa, nonché l’Italia? Analisi, critiche, auspici sono scaturiti dal convegno organizzato da Riformismo e Libertà, associazione presieduta da Fabrizio Cicchitto, e da Europa Atlantica, presieduta da Andrea Manciulli, su “Il Mediterraneo, la Difesa europea e la Nato nel nuovo quadro geopolitico”. La sintesi di Cicchitto è semplice: non esistono più i valori storici dell’Occidente come lo Stato di diritto, il garantismo, il pluralismo sociale e politico e siamo di fronte a una “trama di contrapposizioni al mondo occidentale” da parte di Russia, Cina e Iran come, da parte di Mosca, “l’uso politico di Internet per destabilizzare le democrazie occidentali”, la “geniale condotta in Medio Oriente” o “il legame puro con la Lega che ha sostituito il Pci con la madre Russia”.

Donald Trump certo non sta aiutando l’Europa. Secondo Cicchitto “ha capito l’esigenza di una conflittualità con Cina e Iran ed è molto ambiguo con la Russia”, nonostante l’ex segretario della Difesa James Mattis tentasse di spiegargli l’importanza delle alleanze. Invece, “di fronte all’attacco di Vladimir Putin all’Europa” Trump preferisce rapporti con singoli Stati. Insomma, “sono venuti meno i pilastri occidentali: la Nato, l’Ue e l’Onu” ha detto il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore della Difesa e oggi consigliere scientifico dello Iai. La debolezza europea sta anche nella mancanza di condivisione su sicurezza e difesa mentre, secondo Camporini, “se avessimo un pilastro europeo di politica estera e di difesa saremmo un partner ideale per gli Usa e potremmo affrontare le sfide dei prossimi decenni, altrimenti non abbiamo speranza”.

Altrettanto pessimista è stato Massimo Teodori, ordinario di Storia americana. Di fronte a un presidente statunitense che considera la Nato solo un problema economico e che rinuncia alle organizzazioni internazionali e considerando che “l’ordine internazionale liberale non esiste più dopo 70 anni”, l’unica speranza sarebbero “un pilastro americano e uno europeo”. Invece, se anche alle elezioni presidenziali del 2020 dovesse farcela un democratico, “non potrebbe rimettere la politica estera sulla vecchia strada perché a tutti gli americani interessa poco l’Europa”.

Non è migliore il quadro disegnato da Lia Quartapelle, capogruppo del Pd nella commissione Esteri della Camera. Tre i problemi: una frattura transatlantica, la crisi libica in un Mediterraneo che ribolle, la debolezza italiana. Sul fronte della Nato, il dubbio è se Trump sia solo una parentesi o se sarà la linea dell’America: “La Russia è la minaccia diretta per l’Italia e per la stabilità democratica dell’Unione europea mentre per Trump la minaccia è la Cina”. Così, non essendoci la stessa visione “l’Europa resta schiacciata”. Non parliamo poi del Mediterraneo e della Libia dove “l’Italia è completamente assente”. La nostra debolezza è dimostrata per esempio dall’accordo con la Cina che, se fosse davvero tale per gli interessi italiani, avrebbe dovuto comportare l’invio di “centinaia di persone dell’Istituto per il commercio estero” nel Paese asiatico.

Tutte queste crisi sono state definite da Manciulli “il trionfo dell’asimmetria” e gli attacchi cibernetici e il terrorismo hanno dimostrato che basta poco per accrescere la percezione dell’insicurezza: “Siamo sicuri che il conflitto non sia già aperto?”. L’Africa non è solo l’espansione della Cina, “è anche terrorismo”, nel Mediterraneo nel quale si scontrano “due anime dell’Islam, quella vicina ai Fratelli Musulmani e quella vicina al sunnismo wahabita”, l’Europa è assente. Non c’è dubbio, ha aggiunto Manciulli, che il trattato della Nato vada riscritto perché le parole di “Emmanuel Macron non sono state solo una provocazione”. Piuttosto il messaggio dei filo occidentali e atlantisti dev’essere quello di spiegare che “il sovranismo è declino, non forza: se l’Europa non si unisce, non è in grado di mostrare i muscoli a nessuno”.


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