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La missione europea a Tripoli? Rifiutata! Ecco perché

Il governo di Tripoli intende bloccare la missione europea programmata per martedì. “Non crediamo più alla soluzione diplomatica che propone l’Europa, non crediamo più alla conferenza di pace di Berlino, non crediamo nella possibilità di dialogare con un pazzo criminale come Khalifa Haftar, per questo abbiamo chiesto all’Ue di non inviare i propri rappresentanti”. Dai corridoi del Gna libico — il governo internazionalmente riconosciuto — arriva a Formiche.net un’informazione che ha del clamoroso.

L’esecutivo libico avrebbe chiesto di bloccare la missione che Bruxelles aveva organizzato per cercare di tenere in mano il pallino della crisi. Una passeggiata diplomatica dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Regno Unito e Germania, guidati dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, da ovest a est.

Ossia toccando i due lati in guerra: da un parte in Tripolitania il Gna, difeso politicamente e militarmente soprattutto dalla città-stato di Misurata; dall’altra Haftar, signore della guerra della Cirenaica, che da nove mesi ha lanciato un’offensiva per rovesciare l’esecutivo di Tripoli e conquistare il paese.

Ora che la Turchia ha votato ufficialmente, in parlamento, la mozione per inviare uomini e mezzi per aiutare il Gna, “a Tripoli ritengono i turchi i principali interlocutori”. Ankara è stato l’unico alleato che ha risposto positivamente alla richiesta d’aiuto avanzata dal governo libico sotto attacco — sull’altro lato Egitto, Emirati Arabi e più informalmente la Russia, aiutano Haftar.

Da oggi il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha annunciato l’invio “progressivo” dei militari: “L’esercito turco è lì per garantire un cessate il fuoco, non per combattere”, e per cercare di “evitare tragedie umanitarie”. Il primo contingente di truppe turche “ha già lasciato il paese per dirigersi in Libia in modo da coordinarsi e sostenere il governo legittimo di Tripoli”, ha annunciato Erdogan.

La posizione attuale, ci viene spiegato, è frutto della situazione e di una contingenza esatta: ieri un bombardamento di Haftar ha colpito l’Accademia di Tripoli uccidendo decine di cadetti, colpiti mentre erano inermi sulla piazza d’armi davanti alla caserma. Immagini devastanti di quelle giovani vite spezzate circolano sui social network e hanno toccato profondamente i libici. Nei giorni scorsi erano già circolate informazioni su manifestazioni di protesta che i cittadini avrebbero organizzato per contestare gli europei.

La visita europea era vista con diffidenza dal Gna anche perché la tappa ad Ar Rajma, la roccaforte di Haftar a est di Bengasi, avrebbe concesso al capo miliziano della Cirenaica una photo opportunity che avrebbe potuto rivendere sul piano della potabilità politica. Aspetto che stride in modo clamoroso con certe azioni.

Su tutto una questione tecnica e di sicurezza. Da giorni l’aeroporto di Tripoli viene continuamente chiuso perché le bombe di Haftar cercano di colpirne le piste anche per impedire l’arrivo dei cargo turchi — qualcosa di simile succede da tempo anche a Misurata, dove i missili haftariani cadono a poche centinaia di metri dall’edificio in cui i militari italiani gestiscono un ospedale da campo.

 

 

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