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Account di Stato per i cittadini? Le parole della Pisano agitano la rete

Non bastavano la prescrizione, le concessioni autostradali, le vicende Ilva e Alitalia, le regionali e chi più ne ha più ne metta. Ormai anche su un tema di regola fuori dalla disputa politica come l’identità digitale i partiti di maggioranza rischiano di dividersi, preda di polemiche e visioni spesso non coincidenti, se non direttamente contrapposte. L’esempio in questo senso è rappresentato dalle parole pronunciate oggi dal ministro Paola Pisano, già finita nel mirino degli alleati nelle scorse settimane per i ringraziamenti a Davide Casaleggio apposti in calce al suo piano sull’innovazione che ne avevano determinato l’iniziale stop prima del successivo varo a ridosso di Capodanno insieme al decreto Milleproroghe.

Con l’identità digitale noi avremo un’unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali che potrebbe essere utilizzata non solo per la pubblica amministrazione, ma anche per il privato. Per esempio i nostri conti in banca, prenotare un’auto in sharing, andare al cinema, comprare su Amazon“, ha affermato stamattina a Eta Beta su Radio 1 il primo ministro per l’Innovazione che il nostro Paese abbia mai avuto. La quale ha poi aggiunto: “User e password dovrebbero essere dati dallo Stato perché è lo Stato l’unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino. Sapete quante truffe ci sono sull’identità su Internet?”. Frasi che hanno scatenato la reazione, in alcuni casi ironica e in altri decisamente più arrabbiata, della rete.

Io sono lo Stato Dio tuo: non avrai altra user e password all’infuori delle mie“, ha commentato ad esempio su Twitter l’economista e blogger Mario Seminerio. “No dico, scherzate?“, ha invece cinguettato la giornalista di Politico Silvia Sciorilli Borrelli, tra i primi a segnalare sui social la sortita di Pisano. Che dal canto suo, dopo la pioggia di critiche, ha cercato di rettificare via Twitter: “Vediamo di sgombrare il campo da ogni equivoco: l’identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere ulteriore sistema di autenticazione”.

Ma ormai la frittata era fatta, come emerge dalle reazioni polemiche che si registrano in caso Partito democratico. “Sono molto perplessa”, ha affermato l’ex ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia secondo cui “occorre un confronto urgente sulle scelte complessive del governo in materia di digitale e dati. Si tratta di un tema strategico per i diritti dei cittadini, la democrazia e la competitività del Paese. Alcune scelte meritano un approfondimento e un confronto ampio e non possono essere rilasciate ad improvvisazioni estemporanee”. Più laconico e anche più duro il commento di Filippo Sensi, deputato dem e storico portavoce di Matteo Renzi prima e di Paolo Gentiloni dopo: “A me questa cosa mette i brividi”. E anche questa polemiche (tra alleati) è servita.


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