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80 euro di aumento per il contratto Pmi Uniontessile-Confapi rinnovato oggi. I dettagli

“Siamo estremamente soddisfatti di aver dato una risposta apprezzabile alla vasta platea di lavoratori del settore tessile e della moda nelle Pmi che attendevano il giusto rinnovo contrattuale. Sia in ambito normativo che in quello economico riteniamo di aver determinato un ottimo risultato”. Così Daniela Piras, segretaria nazionale della Uiltec settore ha commentato la sigla apposta da Uniontessile-Confapi, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2019-2023, scaduto il 31 marzo 2019 del settore tessile, moda ed affini. Il rinnovo del Ccnl in questione interessa 90 mila lavoratori delle piccole e medie imprese del settore tessile, della moda e affini.

L’ipotesi di accordo prevede un aumento medio di 80 euro sui minimi (al 3° livello super) distribuito in 3 tranche: 30 euro dal 1° febbraio di quest’anno, 25 euro dal 1° gennaio 2021 e i restanti 25 euro dal 1° febbraio 2022. Le parti hanno deciso di istituire, per la prima volta, l’istituito dell’elemento perequativo, pari a 110 euro annui, che verrà erogato annualmente a tutti i dipendenti nelle aziende che non fanno contrattazione per i premi di partecipazione.

Nel caso in cui siano accordi aziendali che prevedono erogazioni di importo inferiori ai 110 euro, dovrà essere corrisposta ai lavoratori una integrazione, fino al raggiungimento della cifra concordata. L’elemento perequativo va ad aggiungersi alla garanzia retributiva, già esistente, che prevede 240 euro annui per tutte quelle aziende che non fanno la contrattazione di secondo livello.

Sulla parte relativa al “welfare” contrattuale, è previsto l’aumento dello 0,10% del contributo destinato al fondo di previdenza integrativa “Fondapi” a favore di tutti i lavoratori iscritti. Sul fronte della sanità integrativa viene, invece, confermato il versamento di 120 euro annue per ogni dipendente al fondo integrativo sanitario “Enfea Salute”, totalmente a carico delle aziende.

Importante è l’articolo contrattuale relativo al reshoring: prevede che le aziende committenti di lavorazioni a terzi, infatti, dovranno inserire nel contratto di commessa una clausola per richiedere alle imprese esecutrici l’applicazione del contratto di lavoro di loro pertinenza e delle leggi sul lavoro. E per contrastare il fenomeno dei contratti pirata è previsto che le aziende committenti impegnino le imprese contoterziste o appaltanti ad applicare i contratti sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale.

Il testo prevede anche l’aumento del periodo di aspettativa non retribuita per la conservazione del posto di lavoro, nel caso in cui il periodo di malattia abbia superato tale limite.

Infine, il rinnovo del Ccnl in questione ha recepito la normativa per le unioni civili; ha introdotto elementi migliorativi per il congedo parentale e per le assenze durante le malattie del figlio; prevede l’invio al fondo sanitario “Enfea” di un avviso comune per le prestazioni di sostegno a favore delle vittime di violenza di genere.

Soddisfatti i sindacati: “Si tratta di un ottimo risultato – hanno dichiarato congiuntamente le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec – arrivato dopo quattro incontri con la delegazione trattante e senza ricorrere ad una sola ora di sciopero. Abbiamo condiviso con la controparte la tutela del salario reale dei lavoratori nei confronti dell’inflazione e del potere di acquisto”.

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