Si avvicina il ventennale della morte di Bettino Craxi, il 19 gennaio 2020, ed in coincidenza con l’uscita del film Hammamet, nelle sale cinematografiche dallo scorso 9 gennaio, si moltiplicano le iniziative in ricordo del leader socialista.
Il ricordo della figlia Stefania
“Gianni Amelio, che è un grande regista, ha scelto gli stilemi della tragedia classica, io ci avrei messo più politica. Ma Favino, dopo qualche difficoltà all’inizio, entra proprio nell’anima di Craxi”. A una settimana dal ventennale della morte del leader socialista la figlia Stefania, in un colloquio con l’Ansa, ha parlato proprio del film diretto da Gianni Amelio, in cui il personaggio di Anita rappresenta lei, molto vicina al padre negli ultimi anni in Tunisia. “Ho cercato di fare il possibile, forse non abbastanza – racconta – per convincerlo a trovare un Paese più attrezzato dal punto di vista medico, di farlo tornare in Italia a curarsi da uomo libero. Non ci sono riuscita”. Tra le altre cose, nell’intervista in questione, Stefania Craxi, ha parlato di un’aria nuova che si respira in Italia rispetto alla vicenda paterna: “Una sola cosa vorrei impedire, diceva mio padre, che la storia venga scritta male. Secondo me la storia e anche la cronaca stanno cominciando a dargli ragione – afferma -. La storia dirà che ha lavorato tutta la vita con passione e lealtà al servizio del suo Paese. Ultimamente non mi sento più sola.L’aria è molto cambiata, credo che la stragrande maggioranza degli italiani sia disponibile a ridare a Craxi i suoi meriti. Vale molto di più per le persone semplici che per un certo establishment. Mi riconosco di aver fatto di tutto perché questa grande tragedia repubblicana non venisse rimossa”.
Il viaggio “Hammamet 2020”
È proprio la Fondazione Craxi a organizzare il viaggio del ventennale in Tunisia, “Hammamet 2020”, che prevede sabato 18 gennaio l’inaugurazione della mostra fotografica “Craxi ambasciatore del Mondo”, una messa in suffragio presso la chiesa cattolica di Hammamet, la proiezione del docu-film prodotto da Sky “Il caso Craxi. Una storiaitaliana”. Domenica 19 gennaio, la cerimonia di commemorazione presso il cimitero cristiano. Attesi esponenti della vecchia guardia socialista, Claudio Martelli in testa, e parlamentari di vari partiti a titolo personale. Ma soprattutto centinaia di simpatizzanti socialisti.
Il libro “Parigi-Hammamet”
Infine, ieri è uscito nelle librerie il romanzo di Bettino Craxi ”Parigi – Hammamet”, edito da Mondadori. Il dattiloscritto, redatto negli ultimi anni di vita dall’esilio tunisino, è un testo inedito rinvenuto durante l’attività di inventariazione e catalogazione delle nuove carte del leader socialista custodite nell’archivio storico della Fondazione Craxi, come precisa una nota della fondazione stessa. Parte di un genere letterario cosiddetto “spy story”, con l’aggiunta di contaminazioni con il thriller, il noir e il giallo, l’inedito lavoro racconta, come scrive lo stesso Craxi nell’incipit dell’opera, avvenimenti assai singolari, eventi drammaticamente reali, incredibili per eccesso di credibilità, che rientrano nella categoria degli accadimenti comunemente ritenuti impossibili non perché inimmaginabili, ma proprio per il contrario”. Cosa sia Parigi-Hammamet è lo stesso esule di Hammamet a dirlo: “Non è un saggio, prendetelo come un mio passatempo e magari scoverete inciampi nella fantapolitica, stilemi abborracciati, intrecci indegni di John le Carré o di Ian Fleming. Eppure, nelle trame del mio modesto tappeto narrativo troverete nude e inconfutabili verità. E una miriade di profezie sui futuri inesorabili disastri nazionali”. Insomma: “in un intreccio di affari, intrighi, storie d’amore segrete, promesse non mantenute, vendette e tradimenti che risvegliano nei protagonisti la voglia di vivere e il bisogno di libertà, tra spie internazionali e personaggi di varia estrazione, scopriamo i due protagonisti del thriller: Karim un poliziotto italo-tunisino di quarantaquattro anni che vive ad Hammamet e un ex primo ministro italiano dal nome Ghino al quale qualcuno vuol far pagare il suo passato politico, e la sua determinazione a non accettare i compromessi imposti dalla politica internazionale, e dalle opache organizzazioni che la influenzano. Su tutte, una, dal nome misterioso: Koros”.
Tante iniziative in ricordo di un uomo che, come ha sottolineato Stefania Craxi all’Ansa, “veva una modernità, una visione del futuro impressionante, eppure era un uomo dell’Ottocento: nel 2000, alla fine del Novecento, è stato capace di rinunciare alla vita per difendere le sue idee”.