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Emilia Romagna, cosa rischia il governo (e Conte). La versione di Stefano Folli

Se il centrosinistra perdesse l’Emilia Romagna? Si imporrebbe una totale rimessa in discussione della sinistra al governo (“pallida e succube del M5s”) e di tutti i suoi cardini, con il premier Giuseppe Conte potenziale capro espiatorio. Lo pensa l’editorialista di Repubblica Stefano Folli, che in questo ragionamento con Formiche.net passa in rassegna tutte le ipotesi sul tavolo alla vigilia di un appuntamento, quello delle regionali in Emilia Romagna, che di fatto rappresenta un referendum, tanto per il governo quanto per Matteo Salvini.

La prescrizione, più delle regionali, potrebbe essere fatale alla maggioranza?

Lo è nella misura in cui si decide che lo sia. Nessuno di questi temi da solo può determinare una conseguenza fatale, ma se c’è la volontà di spaccare i rapporti per ragioni politiche, allora si utilizza un’occasione. Certamente la prescrizione potrebbe esserlo. Quindi la risposta alla domanda è sì, volendo.

Se anche in Emilia Romagna, come in Calabria, vincesse il centrodestra quante altre certezze crede verrebbero meno nella maggioranza?

Ho scritto in proposito che l’Emilia Romagna rappresenta un doppio referendum, per il governo e per Salvini. Il leader della Lega l’ha impostata in questi termini. Se dovesse perdere rischierebbe un prezzo senza dubbio più alto rispetto a quello da pagare se l’avesse presa come una elezione solamente locale: penso a qualche conseguenza anche all’interno del centrodestra. La posta si è molto alzata, ma se Salvini dovesse vincere allora si aggiudicherebbe un piatto ricco. Per il centrosinistra perdere avrebbe conseguenze molto serie.

Un’altra crisi di governo?

Se la sinistra perdesse l’Emilia, sarebbe una sconfitta clamorosa che imporrebbe una totale rimessa in discussione di questa sinistra al governo e di tutti i suoi cardini: una sinistra pallica e in molti casi anche succube dei Cinque Stelle.

In quel caso il premier potrebbe rappresentare l’elemento di maggiore debolezza? Sarebbe un capro espiatorio?

Penso di sì. Se si dovesse arrivare allo scenario che vedrebbe la destra vincente a Bologna credo che onestamete ci sarebbero conseguenze per il premier. Una eventuale maggioranza sconfitta in tante regioni sarebbe senza appello, ma anche tentata di arroccarsi ancora di più in difesa di se stessa per evitare le elezioni.

Con quali numeri?

Non so se li avrebbe, ma forse con un altro premier chissà. L’esperienza insegna che più si creano divisioni, più la roccaforte della maggioranza e il resto del paese si lacerano gravemente. Oggi questa frattura si sta allargando.

Il Quirinale però si spingerebbe al terzo governo in soli due anni?

Il Colle se dovesse decidere di far parlare i partiti allora dovrebbe rivolgersi a quella stessa maggioranza che, in teoria, dovrebbe essere ancora favorevole a proseguire l’esperienza di governo, pur arroccandosi con un altro Presidente del Consiglio. Bisogna valutare se i grillini saranno capaci di parlare con una voce compatta oppure se tenderanno, con un passaggio del genere, a spaccarsi. Stiamo prlando sempre di uno scenario ipotetico di vittoria della destra in Emilia Romagna, dato di cui oggi non abbiamo una completa certezza. In quel caso il M5s non sarebbe in grado di esprimere un auspicio di conferma della maggioranza.

Chi rischia di più?

Il M5s probabilmente potrebbe pagare il prezzo più alto di queste elezioni regionali. Per loro sarà un problema molto serio da lunedì, comunque vadano le cose. Se decidessero di interrompere l’esperienza di governo per intraprendere una strada che li riporti alle origini, allora non ci sarebbero margini per il Capo dello Stato. Ma non va dimenticato che sono del tutto imprevedibili e il dibattito che in queste ore va prevalendo mi sembra sia quello legato all’anima più governativa del movimento.

twitter@FDepalo



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