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Emilia Romagna, chi vince e chi perde. Numeri e reazioni

La roccaforte rossa ha retto l’urto. Le prime proiezioni sembrano privilegiare il candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini. E, il risultato, attorno alle 2 è schiacciante. Il vecchio governatore si conferma al suo posto in viale Aldo Moro.

Il discorso di Bonaccini è chiaro: “Noi siamo stati liberati 75 anni fa. Non avevamo bisogno che qualcuno liberasse questa regione”. Chiaro lo sfottò allo slogan che ha caratterizzato la campagna elettorale del centrodestra e di Lucia Borgonzoni.

Il neo presidente incardina il suo intervento sulla certezza di aver parlato “di temi che interessano gli emiliano-romagnoli che hanno capito il tentativo della lega di spostare il dibattito su un altro campo. Anche su quel campo, abbiamo vinto”.

La lezione che Bonaccini impartisce dal pulpito della vittoria è che “a pagare è stata la concretezza e non l’arroganza”. “Loro hanno pagato la scelta di utilizzare l’Emilia Romagna per altri fini, mentre noi abbiamo continuato a parlare di sanità, di temi concreti”.

Poi un richiamo all’importanza delle Sardine che “ha dato modo di tornare ad apprezzare il coinvolgimento e la passione per la politica riempiendo le piazze”. E dunque appuntamento a domani, in piazza grande a Modena “con i trecento candidati delle liste che mi hanno sostenuto e che voglio ringraziare uno ad uno”.

Di qui l’auspicio affinché “l’Italia assomigli sempre di più all’Emilia Romagna”.

Borgonzoni dal canto suo, di fronte ai microfoni si mostra sintetica e nel volto si legge la delusione di una sconfitta. Un risultato però che non la esimerà “dal farmi carico dei problemi che ho avuto modo di riscontrare in campagna elettorale e a cui noi daremo risposte, come promesso”.

L’esponente leghista si dice dispiaciuta di aver scorto nelle parole di Bonaccini “un’occasione per screditarmi. Spiace perché ritengo che la politica debba essere una cosa costruttiva ma non abbiamo visto questa volontà”.

Poi ribadisce l’intenzione di continuare a “rispondere a tutte le esigenze delle migliaia di persone che hanno sollevato problemi: dalla sanità, alla viabilità. Persone che si aspettano risposte dalla Lega”.

Sul risultato finale, che Borgonzoni comunque definisce “storico”, chiarisce: “Per la prima volta nella storia, dopo 50 anni, questa regione è stata contendibile”.

Di sicuro, in definitiva, oltre ad aver giocato un ruolo totalmente marginale in campagna elettorale, anche dal punto di vista numerico c’è un risultato schiacciante: il partito di maggioranza relativa in Parlamento, il Movimento 5 stelle, è praticamente scomparso.

Parlando di numeri, le ultime notizie, avvalendoci delle proiezione realizzare da consorzio opinio per Rai, copertura del campione al 60%, ore 2:16, risulta che Stefano Bonaccini si è attestato attorno al 50,9%, in testa su Lucia Borgonzoni che si è fermata al 44,2%, Simone Benini (5 stelle) 3,5%, Laura Bergamini (partito comunista) allo 0,4%. Un dato lampante emerge dalle coalizioni: quella di centrosinistra è al 47%, quella di centrodestra al 46,8%. A premiare Bonaccini sarebbe stato dunque anche il voto disgiunto e la preferenza ‘secca’ nei confronti del governatore uscente. Per Consorzio Opinio, il Pd è il primo partito al 32,8% la Lega è al 31,9%, FdI al 9,4%, Bonaccini presidente al 6%, Movimento 5 Stelle al 4,8%, Forza Italia al 2,9%.

Sì, anche Forza Italia, è davvero da considerarsi la vera sconfitta di questa tornata elettorale.

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