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Viva il Germanicum, ma sulla prescrizione niente sconti. Parla Brescia (M5S)

In ossequio a una tradizione decennale, l’hanno già ribattezzata con un nome latineggiante: Germanicum. È l’ultima, forse definitiva proposta di legge elettorale che la maggioranza, o almeno buona parte di questa, ha stilato dopo settimane di estenuanti trattative. Sul disegno c’è la firma di Giuseppe Brescia, Cinque Stelle della prima ora, oggi presidente della Commissione Affari Costituzionali. A lui chiediamo se è questo il nodo che può far inciampare il governo. O la prescrizione. O ancora le elezioni in Emilia-Romagna, che incombono fra due settimane.

Brescia, uno sguardo al Germanicum. Davvero il modello tedesco è da prendere a esempio?

Il nostro obiettivo è dare un sistema elettorale adeguato all’Italia, coerenti con l’impegno preso dopo l’ok definitivo in Parlamento al taglio dei parlamentari. Partiamo con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, seguendo un metodo da prendere ad esempio: coinvolgimento delle opposizioni e proposte chiare con le urne lontane.

Via gli uninominali e liste bloccate. Non è un ritorno allo strapotere dei partiti?

I cittadini hanno più potere di ogni legge elettorale. Il sistema che ho proposto è un punto di partenza molto semplice, un sasso nello stagno per far partire la discussione in commissione e non lasciarla in riunioni informali o sui giornali.

Sui listini ci sono i margini per una modifica?

I deputati delle commissioni competenti stabiliranno ulteriori dettagli sulle modalità di selezione dei candidati e sull’eventuale introduzione di preferenze.

C’è chi accusa che il diritto di tribuna sia un modo per aggirare la soglia di sbarramento. Anche Italia Viva, che è con voi al governo…

Evitare l’eccessiva frammentazione è sicuramente un obiettivo che ci siamo posti sin da subito ma anche lasciare fuori tutti coloro che non raggiungono la soglia del 5% nazionale non lo trovo corretto. Penso che la mia proposta abbia trovato un buon equilibrio su questo tema. Gran parte della maggioranza è a favore di questo sistema, che va certamente perfezionato nei dettagli.

Oggi il vertice decisivo sulla prescrizione, si trova una quadra? Conte ha detto di cercare un compromesso…

C’è un lavoro in corso. Il dialogo è aperto da sempre, con la disponibilità ad ascoltare proposte, ma concordo con il ministro Bonafede: la prescrizione come isola d’impunità non deve esistere più. Gli italiani la pensano come noi.

Il Movimento perde qualche pezzo, si preannuncia un’altra carrellata di espulsioni. Al Senato i numeri sono stretti, temete per la tenuta del gruppo?

A questo penseranno le figure preposte, i probiviri. Io credo che stare nel Movimento non sia per tutti, le defezioni sono fisiologiche. Chi rimane però ha la possibilità di fare il bene dei cittadini governando il Paese, invito chi è dubbioso a riflettere su questo aspetto.

Si avvicinano le regionali in Emilia-Romagna. C’è o no un rischio per la tenuta della maggioranza se vince il centrodestra?

In Italia si vota ogni anno, due anni fa i destini del Paese sembravano appesi alle regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia, oggi tocca all’Emilia Romagna, dopodomani magari alle Marche o ad altre regioni. La realtà è un’altra. Ci sono tante cose da fare e su questo dobbiamo concentrarci nei prossimi tre anni. Questo governo è nato anche per mettere fine al clima di campagna elettorale permanente.

Sul caso Gregoretti alla Giunta delle immunità al Senato il Movimento Cinque Stelle ha votato a favore del rinvio dopo il 26 gennaio. Quindi è vero che temete le elezioni in Emilia-Romagna?

Mi dicono che già ieri il Senato aveva votato, con il consenso della Lega, a non tenere sedute durante l’ultima settimana di campagna elettorale. È una regola non scritta per permettere a tutti i parlamentari di essere ancora più presenti sul territorio. Questo è l’unico motivo per cui si è arrivati a questa decisione.

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