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Grecia batte Turchia (in tribunale) sul gas. Pressing su Francia per indebolire Ankara?

I contrasti fra Grecia e Turchia per quanto riguarda l’energia finiscono in tribunale e, almeno in questo contesto, Atene sembra vedersi restituire sul piano legale quello che sul piano geopolitico in molti attori stanno facendo di tutto per portarle via (qui un approfondimento). La notizia è di qualche giorno fa, ma è comunque interessante. La Depa, l’agenzia gas greca, che il governo Mitsotakis vorrebbe privatizzare proprio quest’anno, ha vinto una battaglia legale durata 10 anni e che riguardava un accordo di fornitura di gas con la compagnia energetica statale turca Botas.

La Corte di arbitrato internazionale ha stabilito che la Botas deve tagliare i prezzi contrattuali del gas che Depa ha pagato negli ultimi anni. I nuovi prezzi, verranno applicati dal 2011 a oggi e se si conta che Depa ha versato qualcosa come 181 milioni di dollari, la cifra che Botas dovrà restituire non sarà certo di entità esigua.

La vicenda è interessante perché Depa importa gas da Botas gas azero, dalla russa Gazprom e dall’algerina Sonatrach. Il suo contratto con Botas è il più cospicuo dei tre e termina nel 2021. E c’è da scommettere che, dopo questo contenzioso legale il contratto difficilmente verrà rinnovato.

Si tratta di una piccola vittoria, confronto a tutta la questione Eastmed, che vede Grecia, Cipro, Egitto e Israele alle prese con le rivalse turco e libiche sulle acque del Mediterraneo. Però mostra molto bene a quale rischio va concretamente incontro la Turchia se non scenderà a posizioni più mediatrici rispetto alla questione gas. L’obiettivo di Ankara è quello di accentrare nelle sue mani tutte le vie dell’energia.

Non si accontenta più di quelle derivanti dalla sola posizione geografica, ma cerca di disturbare progetti che potrebbero rappresentare un ostacolo al riconoscimento di Ankara come hub energetico.

La Grecia, però, non ha alcuna intenzione di stare a guardare ed è intenzionata a fare valere i propri diritti non solo attraverso i tribunali internazionali ma anche ai tavoli geopolitici. In queste ore il governo di Atene sta cercando supporto dei Paesi europei non allineati con al-Serraj (e la Turchia), per cercare una sponda e sentirsi più tutelata per i suoi piani politici.

In particolare, in queste ore, si sono intensificati i rapporti con Parigi, schierata con Haftar e che vede con la stessa preoccupazione l’espansione turca nel Mediterraneo.


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