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Legge elettorale, il (vecchio) vizio dei partiti italiani analizzato da Lippolis

Altrove le leggi elettorali rimangono stabili perché nessuno pensa di cambiarle a proprio vantaggio, mentre in Italia accade il contrario. Lo dice a Formiche.net il prof. Vincenzo Lippolis, docente di Diritto pubblico comparato alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dove dirige l’Arsae che, in attesa della pronuncia di domani della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum della Lega contro l’attuale legge elettorale, analizza i possibili scenari.

Giancarlo Giorgetti propone una “mediazione sensata” a Pd e M5s sulla legge elettorale e rilancia il dialogo. È il Mattarellum la legge che garantisce l’alternanza?

Indubbiamente nel periodo in cui il Mattarellum è stato in vigore si è verificata l’alternanza di governo tra centrodestra e centrosinistra. In quel periodo però non evitò la formazione di governi di coalizione né la frammentazione partitica, perché per vincere nei collegi uninominali i partiti maggiori dovevano stringere alleanze con chiunque portasse dei voti e ottenere quindi l’elezione di alcuni esponenti proprio in quei collegi. Penso all’Udc o alla Lega nel fu Pdl, mentre a sinistra penso al governo Prodi che nel 2008 cadde proprio per il mancato accordo con i partiti più piccoli. Ci si univa in coalizioni prima delle elezioni per vincere, ma una volta al governo si scopriva che era difficile governare assieme.

La Corte Costituzionale esaminerà domani l’ammissibilità del referendum della Lega contro l’attuale legge elettorale. Si rischia un tuffo nella palude del passato?

Il ritorno al proporzionale puro non dipende dalla Corte, che deve decidere solo sul referendum. Se fosse inammissibile resterebbe in vigore la legge Rosato.

Con il ritorno al proporzionale puro previsto dalla proposta di legge depositata alla Camera si favorirebbe la balcanizzazione?

Dipenderà in larga misura dalla soglia di sbarramento, se verrà mantenuto il 5% ci potrà essere una riduzione dei partiti. Si deve pensare anche che con la riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 200 senatori vi è una automatica riduzione della rappresentanza dei partiti minori.

Si può pensare ad un ritorno al bipolarismo?

Il bipolarismo italiano del recente passato è stato possibile non solo per via della legge elettorale, ma anche per la presenza di partiti che, trovando delle affinità, decidevano con chi allearsi prima delle urne. È chiaro che se Pd e M5s dovessero allearsi politicamente nel lungo termine e non occasionalmente come accaduto nell’attuale esecutivo, allora si potrebbe immaginare un ritorno al bipolarismo, con una legge che lo favorisca. Ma mancando questa condizione politica, è difficile che il bipolarismo torni in auge.

Per cui si torna al Mattarellum…

L’offerta di guardare a quella legge potrebbe essere accettata da Pd e M5S se entrambi hanno in mente di presentarsi assieme alle prossime elezioni. In caso contrario il Mattarellum è un sistema che di sicuro li farebbe perdere, questa la ragione per cui preferiscono il proporzionale.

Come mai solo l’Italia cambia così frequentemente legge elettorale, mentre ad esempio Francia e Germania no, avendo così governi più stabili?

In Italia, sin dall’avvento della Repubblica, abbiamo avuto un sistema partitico molto frammentato. In Germania c’è n’è stato uno, sin dall’inizio, meno frammentato del nostro. Negli anni Sessanta la Corte Costituzione tedesca sulla base dell’art. 21 della Costituzione dichiarò illegali il partito comunista e quello nazista, per cui il quadro generale era semplificato. Anche in Germania in anni recenti il numero dei partiti è aumentato e non si dimentichi che siamo già alla seconda esperienza consecutiva di grande coalizione con la GroKo. Inoltre anche in altri Paesi come la Spagna, reduce da un periodo con popolari e socialisti in lunga contesa, il quadro si è arricchito di altri partiti con maggiori difficoltà nel comporre i governi. Altrove le leggi elettorali rimangono stabili perché nessuno pensa di cambiarle a proprio vantaggio, mentre in Italia accade il contrario.

Sono Paesi più seri?

Non so dirlo, ma hanno queste formule elettorali ormai consolidate che in passato hanno funzionato bene, mentre da noi dopo l’esplosione del quadro relativo alla Prima Repubblica e dopo l’abbandono del Mattarellum, si è sempre tentato di ottenere un vantaggio attraverso il cambiamento della legge elettorale.

twitter@FDepalo

 

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