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Leonardo a stelle e strisce. Così la Marina Usa ha scelto l’industria italiana

Oltre novecento milioni di dollari. A tanto ammonta la commessa che Leonardo si è aggiudicata dalla US Navy per i nuovi elicotteri d’addestramento, un ottimo avvio di 2020 per l’azienda di piazza Monte Grappa (che ha partecipato in solitaria) e per il Paese, nell’ambito del consolidamento dei rapporti con l’alleato d’oltreoceano, tanto da incassare la soddisfazione del ministro Lorenzo Guerini e di tutte le forze politiche, un successo che unisce il Paese e la sua politica. Rispetto alle altre Forze armate, la Marina americana comunica i programmi di procurement a scadenze annuali. L’ufficialità del contratto riguarda dunque 176 milioni per 32 elicotteri, parti di ricambio, equipaggiamenti e varie attività di supporto e addestramento. Sono già coperti con i fondi del Fiscal Year 2020, e vedranno terminare le attività a ottobre 2021. La commessa complessiva riguarda però circa 130 macchine, per un valore che supera i 900 milioni di dollari.

UN SUCCESSO BIPARTISTAN

“Dimostra che l’Italia possiede un’industria della Difesa competitiva”, ha detto Guerini. “Essa rappresenta una componente strategica della nostra sovranità nazionale, ci consente di non dover dipendere dalla tecnologia e dai prodotti esteri e pone l’Italia nel novero dei Paesi che possono svolgere un ruolo da protagonista anche nell’ambito dei più importanti programmi internazionali”, ha aggiunto il ministro, da tempo a lavoro per il consolidato dei rapporti con l’alleato d’oltreoceano, in vista di un prossimo viaggio a Washington.  Soddisfazione arriva anche dal sottosegretario al Mise in quota Pd Gian Paolo Manzella: “Questa notizia deve spingere nella direzione di costruire partnership industriali sempre più forti, di far crescere il tessuto di piccole imprese che si muovono nel settore, di rafforzare e consolidare i legami con il mondo della ricerca che ha nel nostro Paese grandi punti di eccellenza”. Anche le opposizioni eu Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, la commessa “è un grande segnale per una Nazione che ha straordinarie risorse industriali e che non può banalmente arrendersi al declino; complimenti Leonardo, complimenti Italia”. Si unisce ai complimenti la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini: “Bene che le nostre eccellenze siano riconosciute in giro per il mondo”.

L’ESIGENZA

La vittoria di Leonardo, attraverso la controllata AgustaWestland Philadelphia, non era scontata. In gara con il TH-119 di Leonardo c’erano il 407GXi della texana Bell e il bimotore H135 del colosso franco-tedesco Airbus. L’esigenza della US Navy riguarda la sostituzione degli elicotteri da addestramento TH-57, un bisogno da cui si era aperta la gara TH-73A. Con un primo volo a dicembre 2018, il TH-119 proposto da Leonardo si basa sul monomotore AW119, appositamente modificato per soddisfare i requisiti della Marina americana e già in servizio presso diverse agenzie di pubblica sicurezza e clienti privati negli Stati Uniti. Ha aiutato poi la presenza quasi quarantennale nel Paese, con il contributo di numerosi fornitori locali per l’AW119 in un momento in cui il “buy American” imperversa nelle scelte dell’amministrazione. Anche per questo le attività produttive sui TH-119 saranno principalmente eseguite presso lo stabilimento Leonardo di Philadelphia.

GLI ELICOTTERI NEGLI USA

Lo stesso sito in Pennsylvania era stato protagonista, a settembre del 2018, della maxi commessa elicotteristica assegnata dalla US Air Force. Insieme a Boeing, l’azienda guidata da Alessandro Profumo si era aggiudicata la gara per la sostituzione degli UH-1N Huey, velivoli impiegati con compiti di trasporto, sicurezza e protezione dei siti di lancio per i missili balistici. La scelta dell’Aeronautica degli Stati Uniti era infatti ricaduta sull’MH-139, velivolo basato sul best seller italiano AW139. Con una richiesta di 84 macchine per entrare in servizio a partire dal 2021, il valore complessivo è di 2,4 miliardi di dollari.

IL CONSOLIDAMENTO

La novità della commessa per la Marina è però la partecipazione in solitaria di Leonardo, che con una vittoria da 900 milioni dimostra il consolidamento della propria posizione negli Stati Uniti. Nelle altre importanti gare, l’azienda (seppur con le controllate locali) aveva dovuto affiancarsi a partner americani. Non a caso, a settembre 2018, molti osservatori avevano attribuito la vittoria del team Boeing-Saab per gli addestratori T-X dell’Usaf alla partecipazione isolata di Leonardo DRS, senza partner di peso, come primo contraente con Honeywell e Cae Usa. Ora, gli elicotteri TH-119 rilanciano le credenziali con il partner d’oltreoceano.

IL RAPPORTO CON GLI STATES

E infatti, “siamo fieri di poter dare un contributo importante al futuro della difesa degli Stati Uniti”, ha dichiarato l’ad di Leonardo Profumo. “La notizia di oggi – gli ha fatto eco il managing director della divisione Elicotteri Gian Piero Cutillo – è una chiara conferma della nostra capacità di offrire soluzioni in grado di definire nuovi standard per l’addestramento”. In più, ha rimarcato William Hunt, managing director di Leonardo Helicopters Philadelphia, “il nostro obiettivo è stato fin dall’inizio quello di offrire alla US Navy le capacità di addestramento richieste, senza alcun compromesso rispetto all’aspettativa del cliente”.

LA SPINTA SUI MERCATI INTERNAZIONALI

Lo scorso mese, l’ultimo report dell’autorevole Stockholm international peace research institute (Sipri) sui primi cento produttori al mondo del comparto della difesa ha certificato la crescita dell’azienda italiana. Secondo Sipri, Leonardo ha venduto lo scorso anno prodotti per 9,8 miliardi di dollari, in aumento del 4,4%, rispetto all’anno precedente, tanto da superare la transalpina Thales salendo all’ottavo posto. L’incremento, dovuto in parte all’acquisizione di Vitrociset, è stata notevole. Già a settembre 2017, l’ad Profumo lanciava la nuova struttura del chief commercial officer, tesa a implementare la strategia di espansione della One company sui mercati esteri.



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