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Libia, Iraq, EastMed. Cosa ha detto Conte al Copasir

Come preannunciato, l’audizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della repubblica) ha affrontato un ampio spettro di dossier che campeggiano in cima all’agenda politica, dalla crisi libica alle condizioni dei militari italiani in Iraq passando per gli interessi energetici del Paese. Preceduta questo martedì dalla testimonianza del direttore dell’Aise Luciano Carta, l’audizione di Conte a Palazzo San Macuto di fronte al comitato bipartisan presieduto dal leghista Raffaele Volpi è durata circa due ore.

Si è discusso in particolare, ha detto Volpi, della “postura geopolitica attuale” del governo italiano. Un’audizione più politica e meno tecnica di quella di Carta. Ieri il direttore dell’Aise aveva snocciolato di fronte ai parlamentari gli aspetti tattici e operativi del personale italiano dispiegato negli scenari di crisi, sia in Nord Africa che in Medio Oriente. Conte ha invece spiegato al Copasir quale sarà la strategia del governo.

Sulla Libia è in corso la preparazione diplomatica della Conferenza di Berlino prevista per il 19 gennaio. Ci saranno, salvo forfait last minute, sia il premier del governo riconosciuto dall’Onu Fayez al Serraj sia il generale della Cirenaica Khalifa Haftar, che martedì si è rifiutato di firmare la tregua a Mosca. L’Italia, avrebbe chiarito Conte, valuta molto positivamente la presenza a Berlino di due esponenti di primo piano dell’amministrazione americana come il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza Nazionale Robert O’Brien, segnale che la Casa Bianca segue da vicino l’evoluzione della guerra civile in Libia e vuole giocare un ruolo.

Il rapporto con gli Stati Uniti è infatti una carta che il governo italiano farà pesare in sede di negoziati. Al tempo stesso, l’obiettivo è muoversi in Libia all’interno di un quadro europeo, evitando sortite diplomatiche che non giovano all’individuazione di una soluzione politica.

In questi giorni l’Italia sta facendo pressioni per un più diretto coinvolgimento della Germania, finora rimasta nelle retrovie. L’argomento usato è quello del terrorismo e della radicalizzazione che si infiltrano nel traffico di esseri umani che dal Sahel arriva in Libia per poi approdare in Europa. Su questo fronte è attiva Parigi, che guida l’imponente missione anti-terrorismo “Barkhane” con 4500 uomini, ma anche Roma, che proprio dal governo francese è stata chiamata a dare il suo contributo alla stabilizzazione della regione. Ha risposto per il governo il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che oggi in audizione alle Commissioni Difesa di Senato e Camera, confermando la presenza italiana nei principali teatri operativi come Libano, Iraq, Afghanistan e Libia, ha annunciato che l’Italia aumenterà “la nostra presenza in Sahel, dove si assiste a una recrudescenza del terrorismo di matrice confessionale”.

A Berlino Conte si farà portavoce della proposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio di una missione Onu in Libia, una forza di interposizione dei “caschi blu” sul modello di Unifil in Libano. Quanto all’Iraq, il presidente del Consiglio ha confermato la permanenza dei 900 militari italiani all’interno della Coalizione internazionale anti-Daesh e l’intenzione di muoversi di concerto con l’alleato americano.

Si è discusso anche di energia. In cima alle preoccupazioni italiane EastMed, il gasdotto da 2000 chilometri inaugurato a inizio gennaio con una intesa firmata da Israele, Grecia e Cipro, che collega le riserve offshore cipriote e israeliane alla Grecia continentale e infine all’Italia, con un punto di approdo a Otranto, in Puglia.

Si tratta di un progetto strategico per l’Italia, non solo per il diretto coinvolgimento nel progetto delle italiane Edison, Saipem e Snam, ma anche perché garantisce la differenziazione dei rifornimenti energetici, oggi fortemente sbilanciati a favore della Russia.

Il governo, ha riferito Conte al Copasir, è preoccupato dalle attività illegali portate avanti dalla Turchia attraverso la sua marina nel Mediterraneo Orientale, così come dalle attività di perforazione all’interno della Zona economica esclusiva (Zee) di Cipro. Il tema è stato al centro del bilaterale che Guerini ha avuto questo martedì a Roma con l’omologo cipriota Savvas Angelides. L’Italia, ha detto il premier al Copasir, “terrà alta l’attenzione” in sede europea.

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