Ma guarda un po’ Grillo va in apnea e sospende persino lo spettacolino Terrapiattista. È un po’ stanchino e certo di problemi ne ha e di varia natura, privati e pubblici. Su quelli privati stendiamo un velo pietoso.
Luigi Di Maio gli serviva per traghettare il M5S sino al congresso per poi dargli il benservito. Un bel parafulmine che doveva parare la pesante sconfitta di oggi. Ecco ora spiegato il passo indietro di Di Maio prima delle elezioni regionali. Ma Di Maio ha detto basta: ha già dato abbastanza. In effetti come gli si può dar torto, è dal mese di agosto che mangia chilometri di filo spinato.
Così alla fine in apnea è finito pure il M5S: è una crisi apneica irreversibile? Lo sapremo nei prossimi mesi. Una cosa è certa il M5S post mortem Gianroberto, diretto da Luigi di Maio e Davide Casaleggio è morto. Cosa nascerà dalle sue ceneri dipenderà paradossalmente da Zingaretti
Nel caso dovesse lanciare un soggetto politico nuovo il primo a prendere la tessera sarà Grillo. E così si cercherà di costruire un bel centro sinistra o addirittura un partito unitario della sinistra per arginare il pericolo autoritario, nazionalista della destra estrema. Ecco Salvini non deve stare a questo gioco: dagli errori, dalle sconfitte, si può imparare. Di questo il M5S non ha mai fatto tesoro, speriamo lo faccia la Lega.
È evidente d’altro canto il tentativo di polarizzare il conflitto tra un centro sinistra progressista a guida Pd e e un centro destra che metta in discussione la leadership di Salvini. E quindi far ritornare il tutto nella vecchia logica centro sinistra centro destra apparentemente diversi ma di fatto intercambiabili.
Per certi versi questi elezioni segnano il ritorno dei morti viventi: tiene il Pd e al Sud FI ottiene un ottimo risultato. Scompaiono i 5 Stelle per lo meno nella forma nota e la corsa della Lega si ferma sia in Emilia, sia in Calabria.
