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Il post-Di Maio può far traballare il governo. Parola di Macaluso

Non riguarda solo il M5s il cambio di passo annunciato da Luigi Di Maio al vertice del movimento, riflette con Formiche.net l’ex direttore dell’Unità Emanuele Macaluso che definisce il Governo Conte “precario”. Il punto riguarda sì la sopravvivenza del governo, che giudica fortemente a rischio, in quanto viene a mancare una forza determinante che ha ancora la maggiornza in Parlamento. Ma anche il futuro del centrosinistra, nel cui alveo si muove un altro movimento, quello delle Sardine, “che rappresenta un’oggettiva critica al Pd”.

Cosa c’è nel futuro del centrosinistra oltre il passo indietro di Di Maio?

La debolezza di questo governo è dovuta anche al fatto che il M5s si sta di fatto sfarinando. È stato partner importante del Pd, con ministri essenziali come Esteri e Industria, quindi non si tratta di un esecutivo con delle grandi solidità. Non vedo nemmeno un avvenire abbastanza chiaro come l’avrebbe una forza politica consolidata.

Il movimentismo dei grillini, diventati nel frattempo forza di governo, rischia di essere anche il motivo di crisi di consensi del M5s?

Il movimento non ha più un capo politico, e aggiungo che oggi vedo al Governo un reggente, che Massimo Bordin definì “gerarca minore”. Questa è la gamba su cui si poggia l’attuale esecutivo, per cui può solo andare in difficoltà. Vedremo come potranno andare avanti anche dopo le regionali, ma il movimento si è ridotto al 15%, anche se ha ancora la maggioranza relativa in Parlamento. Al netto di queste valutazioni, credo che un problema si ponga.

Il M5s da domani cambierà pelle? E come reagirà l’alleato Zingaretti?

Il segretario del Pd dovrà prendere atto di tale situazione, anche in base a quale contingenza politica si determinerà dopo il voto in Emilia Romagna e in Calabria che sarà un momento importante. Verrà valutato infatti anche il governo centrale, nonostante il Premier abbia detto che ha solo una valenza locale. Ritengo ci sia una precarietà del governo.

Dopo il M5s, le sardine: nell’elettorato di sinistra vede una oggettiva insoddisfazione verso i partiti?

Le sardine rappresentano un’oggettiva critica al Pd. Sono una forza di sinistra che vanno in piazza cantando “Bella Ciao” e si pongono come un movimento che si rivolge al principale soggetto di sinistra. È pur vero che Zingaretti ha annunciato che il nuovo Pd dovrà inglobare le sardine, ma sono solo progetti al momento. E andrà valutato soprattutto se le sardine si faranno coinvolgere. Quindi la situazione è, da questo punto di vista, tutta in fieri.

Cosa c’è allora di riformista all’interno dell’attuale maggioranza?

C’è il Pd, che è una presenza, bene o male, in questo senso, e anche alcuni esponenti del M5s che si stanno distinguendo. Ma il nodo vero è come si svilupperà il post Di Maio all’interno della maggioranza.

La virata del Parlamento verso il proporzionale è un ulteriore sostegno alla frammentazione partitica?

No. Personalmente vedo bene il proporzionale, ma con una correzione: tornare alla legge Segni con una preferenza. Altrimenti verranno eletti i primi in lista con il potere nelle mani dei segretari di partiti di costruire il nuovo Parlamento.

twitter@FDepalo


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