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Riforme, M5S e lotta all’intolleranza (grazie ai giovani). Parla Ricci (Pd)

I giovani sono i veri testimonial della memoria, su di loro politica e scuola devono investire. È la ricetta contro il razzismo del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci (Pd), che due mesi fa aveva animato la manifestazione di piazza per la senatrice a vita Liliana Segre, proponendola come candidata al Nobel per la Pace.

Ventesima Giornata della Memoria: come migliorare la penetrazione sociale del messaggio contro l’intolleranza?

Continuando questa grande battaglia che coinvolge i giovani. Sono fondamentali i viaggi della memoria e le iniziative che si realizzano nelle scuole. È evidente che la lotta contro il razzismo e contro l’intollerenza non è ancora vinta: sono numerosi i casi anche nel nostro Paese ed è importante che siano i più giovani a reagire e, attraverso la memoria, a fare in modo che la società del futuro sia lontana dal modello dell’odio e vicina a valori di tolleranza e condivisione. Questi sono i pilastri del vivere comune. Scuole e istituzioni devono lavorare assieme, perché i giovani sono i nuovi testimonial della memoria: la vera garanzia che taluni episodi non accadano più in futuro.

Ha proposto Liliana Segre come candidatura per il Nobel alla Pace. Come si distende la sua fondamentale battaglia contro l’odio?

Liliana Segre sta dando un contributo fondamentale, non solo attraverso la memoria, ma anche attraverso la battaglia contro le parole dell’odio. Le parole violente e razziste portano prima o poi violenza e razzismo, quindi il lavoro che sta facendo è encomiabile. Non a caso i sindaci sono stati la sua scorta nella manifestazione di Milano, dimostrando che l’Italia delle città sta con lei. Sono certo che il suo è un messaggio universale, talmente alto che potrebbe avere anche un riconoscimento internazionale come il Premio Nobel.

Studenti pesaresi in Sinagoga per leggere i brani del Diario dopo le svastiche apparse alla scuola Anna Frank: che peso ha avuto questo gesto nelle celebrazioni della Giornata della Memoria?

Quando ho visto le svastiche sul nome di Anna Frank, ho pensato subito di far cancellare tutto, ma poi quello sfregio era talmente grave che meritava anche un’altra reazione, come una denuncia. I ragazzi poi hanno deciso simbolicamente di leggere in Sinagoga i brani del Diario: è stata una reazione straordinaria. È la dimostrazione che quando i giovani vengono sollecitati sui valori, non solo sono recettivi, ma sono in grado di rilanciarli con grande efficacia.

La lotta contro l’intolleranza e il razzismo non è ancora vinta. La politica che contributo può offrire in questo senso?

Abbassiamo i toni, la comunicazione potrebbe evitare di fare da megafono ai messaggi di odio, mentre la politica maturi visto che ha una grande responsabilità. L’odio è sempre stato un fattore attraverso il quale la politica irresponsabile cerca di raccogliere consenso, mettendo i deboli contro i più deboli in una lotta al ribasso che produce solo una società più insicura perché impaurita.

Ha detto che il Pd è pilastro del polo riformista, e che il M5S deve fare una scelta: quale, dopo le regionali?

Evidentemente il voto regionale ha rafforzato il fatto che il M5S o sta in un ambito riformista o rischia di scomparire. La scelta di andare da soli in Calabria ed Emilia Romagna ha dimostrato l’inutilità di una corsa in solitaria. Il tripolarismo italiano è finito: i grillini dovranno decidere se stare in un polo ecologista, europeista che abbia un perno centrale nel Pd di Zingaretti che lavora ad un progetto nuovo, oppure tornare con Salvini.

twitter@FDepalo

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