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Sibeg, le tasse etiche e la demagogia economica del governo. Parla Mannheimer (Ibl)

Prima gli esuberi, poi la delocalizzazione. È dalla Sicilia che le nuove tasse etiche del governo Conte iniziano a manifestare i loro effetti nefasti. La sugar tax in primis, ma lo stesso può dirsi per la plastic tax, entrambe contenute nella legge di Bilancio 2020, sono un prezzo troppo alto da pagare per continuare a stare in Italia, per chi, come la Sibeg di Catania, che produce, imbottiglia e distribuisce le bibite del marchio Coca Cola, si vedrebbe costretta a riversare nelle tasche dello Stato 18 milioni di euro a fronte di 115 milioni di fatturato. Da qui, quindi, la scelta di lasciare l’Italia e di delocalizzare in Albania alcuni investimenti pianificati in origine in Sicilia.

“La scelta di Sibeg – un’azienda, vale la pena ricordarlo, italianissima e a gestione familiare, non certo una multinazionale senza scrupoli – è conseguenza diretta della demagogia economica del governo”, commenta Giacomo Lev Mannheimer, ricercatore presso l’Istituto Bruno Leoni in una conversazione con Formiche.net. Ecco perché: “A rimetterci per imposte utili solo a riempire i titoli dei giornali come plastic e sugar tax saranno, purtroppo, centinaia di lavoratori a Catania, e centinaia di migliaia di consumatori a basso reddito in tutta Italia, costretti ad affrontare un inevitabile aumento dei prezzi”, spiega l’esperto.

A Tirana Sibeg possiede già da tempo uno stabilimento per l’imbottigliamento della Coca Cola. Fondato 25 anni dalla famiglia Busi, proprietaria del gruppo, oggi produce circa 10 milioni di casse all’anno, contro i 27 milioni di casse prodotte a Catania – per un fatturato di 35 milioni di euro all’anno. Il presidente Maria Cristina Elmi Busi, è allo stesso tempo vicepresidente di Confindustria Catania e di Confindustria Albania. A Tirana, oggi, il gruppo Sibeg impiega 330 dipendenti, più o meno lo stesso numero di quelli di Catania. “Con una differenza – spiega l’amministratore delegato Luca Busi – che a Tirana paghiamo soltanto una flat tax del 15%, mentre in Italia la tassazione complessiva sulle aziende ormai supera il 60%”.

A schierarsi dalla parte dell’azienda siciliana anche Giorgia Meloni: “Un duro colpo non solo per i lavoratori e il territorio, ma per lo stesso Stato italiano: con le sue tasse il governo grillo-piddino sta letteralmente distruggendo l’economia nazionale. Mancano pochi giorni al voto di Emilia-Romagna e Calabria, se Fratelli d’Italia e il centrodestra vinceranno sarà la spallata definitiva ai rossogialli che prima o dopo saranno travolti dalla voglia di rinascita del popolo italiano. Forza”, ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d’Italia.

Intanto il deputato di Forza Italia Raffaele Nevi annuncia di star preparando “un emendamento al decreto milleproroghe per il rinvio dell’entrata in vigore di queste mini tasse che avrebbero conseguenze devastanti per la nostra economia, già fortemente provata”. “Le folli idee di questo governo cominciano a produrre i danni che Forza Italia immaginava. È di questi giorni la notizia della Sibeg di Catania, storica azienda che produce, imbottiglia e distribuisce le bibite del marchio Coca Cola che starebbe pensando di lasciare il nostro Paese e delocalizzare in Albania. Una decisione che rischia di abbattersi sul futuro dei suoi 350 dipendenti e delle loro famiglie. Questo per via dei costi maggiori introdotti da plastic tax e sugar tax contenute nella legge di Bilancio 2020”, si legge in una nota.

Se le ragioni sembrano sacrosante, meno adeguate risultano a Mannheimer le modalità: “È un pessimo vizio quello di rinviare misure sgradevoli per i cittadini, utilizzando però i presunti ricavi per lo Stato derivanti da quelle misure per coprire nuove spese. Meglio una misura sbagliata di cui sia chiara la responsabilità politica, che il solito gioco di rinvii e rimpalli tra governi”.

Quanto accaduto alla Sibeg di Catania è solo una delle conseguenze delle tasse etiche. Altre sono destinate ad aggiungersi: “La principale è l’incertezza giuridica, che a sua volta penalizza gli investimenti. Se la plastica o lo zucchero possono essere colpiti da una tassa solo in quanto tali, domani la stessa sorte può toccare altri beni”, spiega l’esperto dell’Ibl. E ancora: “La seconda è meno visibile ma altrettanto importante: la deresponsabilizzazione del singolo nelle proprie scelte di consumo”.

Qualche giorno fa era stato Matteo Renzi a pronunciarsi contro i balzelli del governo su plastica e zucchero inseriti nella nuova finanziaria.”Una azienda legata alla Coca Cola decide di lasciare la #Sicilia per andare in #Albania a causa della #SugarTax. Il Governo convochi l’azienda dando assicurazione che la tassa verrà cancellata come Italia Viva ha chiesto da settimane. E come è giusto che sia. Bisogna agire subito”, ha scritto su Twitter il leader di Italia Viva.

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